volto della Madonna
dipinto,
Il volto della Vergine è parte di un affresco ancora visibile nella cripta materana. E' di un bell'ovale, con dettagli evidenziati da una spessa linea di contorno: gli occhi sono grandi, il naso dritto, le labbra disegnate con particolare cura. Inoltre, il pittore ombreggia le gote, il collo, in modo da conferire volume all'immagine. Il capo della Vergine è avvolto da un mantello azzurro, mentre il nimbo, color ocra, è ornato da un motivo a racemi
- OGGETTO dipinto
- AMBITO CULTURALE Ambito Italia Meridionale
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo nazionale di Matera - Palazzo Lanfranchi
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Lanfranchi
- INDIRIZZO Piazzetta Giovanni Pascoli, 1, Matera (MT)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto della Madonna con Bambino è senza dubbio una delle opere materane più studiate. Dunque, l'analisi storico-artistica non può prescindere dalla sua fortuna critica. L'affresco era integro sino alla metà del secolo, come testimonia una foto pubblicata da Bertaux nel 1903 (Bertaux, 1903 (1968), p. 151; per la descrizione che ne fa il Diehl, nell'Ottocento, cfr. Tommaselli, 1988, p. 97): da quest'immagine si può notare come la Vergine fosse rappresentata seduta su di un trono dallo schienale dritto, decorato con comunissimi motivi a losanghe. Indossava una veste color porpora, ricamata sulle maniche, ed aveva la testa avvolta da un velo blu chiaro. Il Bimbo era ritto in piedi sul grembo della Madre. La Vergine della Madonna delle Tre Porte doveva seguire la tipologia delle Madonne, inserite da Sandberg Vavalà, nel gruppo D del tipo frontale (iconografia che prevede appunto che la Vergine regga il Bimbo con la mano sinistra), attestata tardivamente soprattutto nella prima metà del XIII secolo (Sandberg Vavalà, 1983, p. 18.). Per Grelle, la Vergine della cripta della Madonna delle tre Porte, come quella della Madonna delle Croci, è stata eseguita, nella seconda metà del sec. XIII, dallo stesso maestro che, nella chiesa di S. Lucia a Brindisi, ha realizzato una medesima Vergine in Trono (Grelle, 1981, p. 29). Pace, in studi più recenti, data l'immagine della Madonna delle Croci e quella della Madonna delle Tre Porte alla prima metà del XIII secolo, per alcune affinità con la pittura tardo comnena macedone (Kurbinovo) (Pace, 1994. p. 281). Bertaux cita la Madonna delle Tre Porte e la Vergine rappresentata in S. Lucia a Brindisi, e le data ad un generico XIII secolo, non accennando però ad un eventuale medesimo autore (Bertaux, 1903, p. 151). Rizzi, invece, preferisce datare la Madonna delle Tre Porte al XIII secolo (Rizzi, 1973, p.11). Villani, riprendendo le tesi di lusco e Grelle, non solo data gli affreschi alla seconda metà del XIII secolo, ma attribuisce allo stesso autore anche il S. Michele Arcangelo di S. Lucia alle Malve a Matera (Villani, 2000, p. 49). Tommaselli, infine, preferisce datare le pitture murali prese in esame tra XII e inizi XIII secolo (estendendo la proposta di datazione di Diehl, rivolta alla sola Madonna delle Tre Porte), notando come siano i caratteri dell'iscrizione "Memento Domini famuli tui Simoni et uxoris eius" del XII-XIII secolo, situata proprio sotto quest'opera a suggerire una simile datazione (Tommaselli, 1988, p. 98). Francamente credo che l'ascrizione della Madonna alle temperie dell'arte tardo comnena sia convincente, dovendo escludere la possibilità che essa possa essere stata realizzata dallo stesso maestro che realizza la Madonna delle Croci, in quanto, per esempio, è diverso il vocabolario utilizzato per le iscrizioni: latino, per la prima, greco, per l'ultima. Come, però, giustamente rilevato da Falla Castelfranchi per l'icona proveniente dalla chiesa di San Martino a Venosa, queste opere che presentano una simile vena linearistica, grafica sarebbero ricollegabili a questa corrente dell'arte bizantina: in particolare, proprio il confronto con l'icona venosina e la Panaghia Angheloktistos della cripta materana della Madonna delle Croci, vista anche la presenza dei racemi nel nimbo della Vergine della cripta della Madonna delle tre Porte, eco delle aureole a rilievo delle icone orientali, importate dopo la conquista di Costantinopoli del 1204, renderebbe plausibile una datazione lievemente posteriore (Falla Castelfranchi 2006, pp. 767-8, 778), nei primi decenni del secolo XIII
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1700167806
- ENTE SCHEDATORE Museo Nazionale di Matera - Palazzo Lanfranchi
- DATA DI COMPILAZIONE 2007
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0