Statua per fontana anche nota come Fanciulla col pesce. figura femminile stante

scultura,

Nudo di donna stante su un piedistallo lapideo

  • OGGETTO scultura
  • MATERIA E TECNICA bronzo/ fusione a cera persa
  • ATTRIBUZIONI D'antino Nicola (attribuito): scultore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Ospedale Civile S. Salvatore
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il nudo femminile fu tra i temi prediletti da D'Antino che vi impresse il suo ideale di bellezza e grazia. Qualche anno prima l'artista aveva realizzato per L'Aquila il Monumento ai caduti della guerra (1928) e la "Montanina" per la fontana di piazza più tardi dedicata ai Nove Martiri Aquilani (1929). L’opera fu presentata per la prima volta, insieme ad un altro bronzo di identico soggetto ma diversa composizione, alla Esposizione d’Arte di Venezia del 1930. Nello stesso archivio della Biennale, esistono due foto che riproducono entrambe le opere e identificate come statue per fontane. Entrambe sono riferite al 1930 ma non si esclude che tale data possa essere di poco anticipata. Il secondo bronzo differiva dall’esemplare in questione solo per la posizione leggermente diversa delle braccia e per la presenza di un elmetto sul capo. Nei documenti sulla sistemazione di Piazza del Duomo di L’Aquila conservati presso l’Archivio di Stato della città è stato possibile reperire alcune notizie relative alla committenza dell’opera e alla sua collocazione originaria. Il 4 ottobre 1928 la Giunta Comunale decise di affidare l’incarico a D’Antino per la realizzazione di due statue di m. 1,60 di altezza ciascuna, ed otto statue minori in bronzo da collocarsi sulle fontane monumentali di piazza Duomo (ASA, Comune Aq, b. 78 ca.t X classe fasc. 6). Il 14 aprile 1930 D’Antino scrive al podestà dell'Aquila, Adelchi Serena, per comunicargli la notizia relativa alla esposizione delle due statue in bronzo, "da sistemarsi nelle due fontane di piazza Duomo", alla Biennale di Venezia che si sarebbe tenuta nel giugno successivo. Tra i documenti sono state rintracciate due foto in bianco e nero che ritraggono rispettivamente l’opera in oggetto ed il bronzo simile, per tanto possono essere considerate le sculture di cui parla D’Antino nella lettera. Da ulteriori deliberazioni, che vanno dal 7 novembre 1929 fino al 26 novembre 1931, il Comune dell'Aquila decise di acquistare solo le due statue principali per un costo totale di 17.000 lire e di rinunciare alle otto minori. Nel dicembre 1930 le statue risultano posizionate sulle fontane di piazza del Duomo, ma pur rispondendo ai criteri estetici, "non si armonizzavano con la mole della piazza perché troppo piccole". Viene completamente cambiato il progetto iniziale e vengono commissionate a D’Antino due statue in bronzo dell’altezza di due metri circa e otto grandi delfini. Rimosse nel novembre del 1932 per far posto alle nuove statue, le due sculture precedenti vengono trasportate nel Museo Civico della città. In seguito la statua in questione venne sistemata prima nella fontana ornamentale di piazzale Pasquale Paoli, poi negli anni 40, all’ingresso del nosocomio aquilano, dove rimase per molto tempo. Qualche anno più tardi la statua sparì all’improvviso per riapparire solo nel 2006. Collocata all’interno dell’atrio informazioni del nosocomio aquilano, l’opera sparì nuovamente subito dopo il sisma del 2009. Nel 2014 la scultura venne rintracciata ed oggi è di nuovo nell’ingresso principale dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300303355
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di L'Aquila e Teramo
  • DATA DI COMPILAZIONE 2021
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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