allegorie

anfora, 1700 - 1749

Anfora biansata attribuita a Terenzio Romano. Nel corpo ventricoso, da un lato, episodio di Mosè salvato dalle acque. Dall'altro figura maschile seduta, con veste gialla e manto turchino con riflessi bianchi. Nella mano destra stringe il piede di un "globo" (?), mantre con la sinistrasi appoggia ad un vaso, dal quale scende, come un rivolo del grano. (?) Il piede presenta decorazione geometrica a triangoli turchini inframmezzate da fiorame, su fondo giallo. Manici piatti in turchino scuro, come gli orli, e filettature laterali in arancetto. La paternità di Terenzio Romano è scaturita da una iscrizione riportata nel colle (vedi scheda n. 308, relativa ad altra anfora biansata). Dal valore artistico delle due anfore e da quelle delle opere di Terenzio Romano a noi sembra che il "Romano", più che un cognome sia un appellativo che molti artisti di Roma, in passato, si son dati per un certo senso di boria. Del esto anche oggi si sente dire "so' romano de Roma". Più che un cognome quindi, un gloriarsi di essere nato a Roma. Del resto l'autore dice "Lo Romano fecit" e quell'articolo chiarisce e mette in risalto la provenienza anagrafica. (continua in OSS)

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