storie della vita di San Giovanni Battista
dipinto murale staccato,
Soggetti sacri: storie della vita di San Giovanni Battista. Personaggi: San Giovanni Battista; San Zaccaria; Santa Elisabetta. Figure: angelo
- OGGETTO dipinto murale staccato
- AMBITO CULTURALE Ambito Romano Laziale
- LOCALIZZAZIONE Chiesa di S. Pietro
- INDIRIZZO strada S. Pietro, s.n.c, Tuscania (VT)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il mediocre stato conservativo dei dipinti non facilita la lettura critica dell'opera. Guglielmo Matthiae data questo ciclo di affreschi al passaggio tra XI e XII secolo, mettendolo in relazione con il resto della decorazione pittorica del presbiterio, in particolare con le sei scene della vita di S. Pietro tratte dagli Atti degli Apostoli, sulla parete destra, la cui qualità esecutiva e le cui modalità stilistiche rimandano a prototipi e modelli romani di quel periodo. Nella tipologia dei personaggi e degli ambienti che fanno da sfondo, nei riquadri dei pannelli, nelle architetture che inquadrano gli episodi, nei racemi sulle colonne e nelle didascalie i dipinti di Tuscania presentano strette analogie soprattutto con le storie di San Clemente e con quelle di Sant'Alessio realizzate nell'XI secolo nella chiesa inferiore della Basilica di S. Clemente. Oltre ai confronti stilistici, un'indicazione cronologica per il ciclo del Battista è fornita anche dall'iscrizione datata 1093 che si trova nel ciborio dell'altare maggiore. Tra gli episodi rappresentati, benché guasti, sono riconoscibili l'"annuncio a Zaccaria" , la "nascita di San Giovanni Battista"e l'"imposizione del nome". Storie che, per il soggetto e per la posizione che occupano, si collegano idealmente con il "battesimo di Cristo" rappresentato nel catino della piccola abside che si trova al di sotto, sulla stessa parete del transetto. Al di là delle analogie e pur avendo in comune con gli altri dipinti del presbiterio la medesima cultura figurativa, secondo Matthiae in questi affreschi si possono cogliere delle diversità e un distacco, soprattutto qualitativo, che fa pensare a una mano diversa. Lo studioso afferma infatti che emerge una visione "la quale tende a sottolineare, attraverso l'andamento sgembo del letto di Elisabetta nella Natività o del dado dell'altare nell'Annuncio a Zaccaria, una pur limitata profondità spaziale, entro la quale dovevano trovar posto le moderate masse plastiche delle figure. Gli elementi architettonici anche se indicativi e schematici non hanno né l'eleganza irreale, né la larga stesura delle fabbriche del ciclo apostolico; la loro massività assolve la funzione ambientale concepita in forma diversa e quasi antitetica; il sistema delle pieghe, pur nella sua convenzionalità tende a mettere in risalto rilievi di tonalità cromatica più chiara. La discendenza da schemi bizantini di repertorio è evidente, ma non sembra certo, come pur da altri è stato affermato, che essi appartengano allo stesso pittore cui spetta l'Ascensione dell'abside centrale, diversamente incisivo nel contorno e più sottile nell'esecuzione. Quella che meno persuade nel ciclo del Battista è proprio la qualità, altissima invece nella grande composizione dell'abside " (cfr. G. Matthiae, "Pittura romana del medioevo. Secoli XI-XIV", aggiornamento scientifico di Francesco Gandolfo, Fratelli Palombi Editore, Roma 1988, vol. II, p.33)
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1201220849
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico del Lazio
- DATA DI COMPILAZIONE 2011
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0