monumento funebre,
Strada Vespasiano (1582/ 1622)
1582/ 1622
su semplice base mistilinea con due lapidi murate, ricca cornice rettangolare ansata (volute, gocce, festoni, nastri, ovoli, fusarola, fogliette, perle) includente dipinto ad affresco; fastigio a grandi volute e testina angelica
- OGGETTO monumento funebre
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MATERIA E TECNICA
MURATURA
- AMBITO CULTURALE Ambito Romano
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ATTRIBUZIONI
Strada Vespasiano (1582/ 1622): esecutore dipinto
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa di S. Onofrio al Gianicolo
- INDIRIZZO Piazza di Sant'Onofrio, 2, Roma (RM)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Si tratta di un monumento sepolcrale piuttosto singolare, nato forse con l'intenzione di farne un altare in attesa della santificazione, mai avvenuta, del beato Nicola da Forca Palena. Certo è che l'opera si trova addossata a una parete che, nell'originario orientamento dell'ambiente, risultava essere quella di fondo, parete spostata in occasione dei grandi lavori che nel primo quinquennio del Seicento coinvolsero la cappella Madruzzo. Difficile sapere comunque quale fosse l'orientamento dell'ambiente all'inizio del Seicento, epoca a cui risalgono per evidenza stilistica cornice e affresco. Nella cappella doveva trovarsi da circa un secolo e mezzo l'urna contenente i resti del beato, il cui notevole coperchio scolpito a rilievo si trova oggi murato sotto il portico antistante la chiesa, come confermato da Caterbi (1858) secondo il quale "il corpo del beato fu riposto in più decoroso sepolcro, per ordine della S. Congregazione dei Riti e del card. Tusco, titolare della medesima chiesa di S. Onofrio". Questo almeno pensa Caterbi, il quale forse confonde gli spostamenti di urna antica e resti, che probabilmente rimasero qui collocati nel periodo tra il 1601 e il 1712. Stando alle iscrizione integrate del basamento, i resti del beato furono tumulati nel 1712 in una nuova urna sotto l'altare maggiore e il monumento non conserva che la "fictilis arca" in cui tali resti furono per quasi tre secoli conservati. E' probabile che i lavori del 1712 abbiano modificato l'aspetto del basamento, ma non si può escludere che questo abbia ricevuto l'attuale curiosa sistemazione in epoca di molto successiva, dal momento che né Caterbi (1858), né Forcella (1874), né Ortolani (1925) riferiscono della seconda iscrizione. Per altre considerazioni cronologiche e attribuzione del dipinto vedi scheda figlia relativa. Per una proposta di attribuzione del disegno della cornice all'architetto Alberto Martini, vedi scheda 1200820676.0
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente straniero in Italia
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200820672-0
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Lazio
- DATA DI COMPILAZIONE 2000
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0