Madonna tra due immagini di San Leonardo

dipinto 1400 - 1499

Madonna in trono con il Bambino affiancata da due immagini di San Leonardo, che ha in mano il caratteristico attributo dei ceppi, simbolo della devozione da parte degli ex-carcerati. In basso, sulla sinistra, è raffigurato il committente in ginocchio

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • AMBITO CULTURALE Ambito Laziale
  • LOCALIZZAZIONE Alatri (FR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Affresco attribuito dal Bertini-Calosso (Le origini della pittura del 400 intorno a Roma, Bollettino d'Arte, 1920, p. 201) ad Antono di Alatri, autore del trittico firmato che si conserva nella chiesa di Santa Maria Maggiore. Secondo il Bertini il pittore Antonio di Alatri deve esdere riconosciuto sotto l'influsso di Gentile da Fabriano, chiamato a Roma da MArtino V nel 1427 per affrescare San Giovanni in Laterano. L'inizio dell'attività del pittore è fissata dal Bertini intorno al 1430. L'autore nota che una sufficiente affinità di motivi stilistici con il trittico di Antonio consentono di assegnare l'affresco alla prima fase dell'attività del pittore ancora strettamente legato alla maniera di Gentile. Concordano con questa attribuzione il van Marle (B. van Marle, The Italian School of Painting, The Hague 1927, vol. VIII, p. 429) e il Maltese (C. Maltese, Arte nel Frusinate dal sec. XII al XIX, Frosinone 1961, p. 29); quest'ultimo ritiene però che il pittore dovette avere presente piuttosto che Gentile alcuni esempi di derivazione seneggiante, come gli affreschi tardo gotici della chiesa di San Silvestro all'Aquila. Ma confrontando questo affresco con il trittico del Salvatore, unica opera firmata di Antonio e pur tenendo conto delle diverse tecniche adottate emerge in modo evidente la differenza stilistica che separa le due opere. All'astrattismo di Antonio, che pur accettando l'esubernaza decorativa di Gentile non riesce a superare gli schemi di una cultura ancora arcaica, è subentrato qui una nuova sensibilità naturalistica. A differenza del trittico l'episodio sacro ha perso la veridicità per evidenziare l'elemento emotivo ed espressivo. Stilisticamente la durezza dei contorni di Antonio è sostituita da una maggiore morbidezza delle linee (v. panneggi fluidi e mossi), anche se l'effetto è privo di quelle raffinatezze e cura dei particolari che si trovano nell'autore del trittico. In conclusione sembra più verosimile pensare che la formazione dell'autore di questo affresco sia da vedere in diretto rapporto con Gentile, piuttosto che con un Gentile mediato parzialmente da Antonio di Alatri. Come sappiamo Gentile fu attivo in Laterano intorno al 1427 e non è affatto improbabile che questo provinciale abbia veduto personalmente il maestro e abbia assimilato anche se parzialmente la componente naturalistica del suo stile
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200094089
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Frosinone e Latina
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Lazio
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 1975
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - 1400 - 1499

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE