Cristo crocifisso
dipinto,
1450 - 1478
Bedi Jacopo (attribuito)
notizie 1432-1478
Cristo crocifisso è sanguinante. Il bacino è avvolto da un telo trasparente. Quattro Angeli piangenti in alto, due raccolgono il sangue che esce dalle mani, un terzo sinistra è presso il costato il quarto a destra è visto frontalmente. La scena è ricca di figure. Sotto la Croce a destra S. Giovanni, a sinistra in ginocchio la Maddalena, un ragazzo porge una spugna a Cristo. Maria a sinistra dolorante è consolata dalle pie donne. A destra dei soldati si dividono la veste di Cristo. Sullo sfondo soldati a cavallo. Ai lati di Cristo i due ladroni
- OGGETTO dipinto
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MISURE
Altezza: 480
Larghezza: 250
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ATTRIBUZIONI
Bedi Jacopo (attribuito)
- LOCALIZZAZIONE Gubbio (PG)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel 1452 Giacomo di Beda è nominato consigliere, nel 1457 sottoscrive gli affreschi nel cimitero di S. Secondo a Gubbio. E' ricordato per l'ultima volta nel 1475 come consigliere. Giacomo muove dal suo conterraneo O. Nelli, vide gli affreschi di Benozzo a Montefalco e le opere dell'Alunno a Foligno. Fa campeggiare le sue meschine figure su fondi architettonici antiquati e in falsa prospettiva. L'esecuzione è affrettata. Gli affreschi in S. Maria dei Laici, la Flagellazione, l'inchiodamento sulla Croce, la Crocifissione e la Lavanda dei piedi sembrano a prima vista eseguite alla fine del '300, le figure sono arcaiche. Nella nicchia che conteneva il Sepolcro vi è la sigla di S. Bernardino che ci spiega la data. Opera simile a quella di S. Secondo. La discendenza dal Nelli è chiara soprattutto nella scena della Lavanda dei piedi, nell'inchiodamento e nella Crocifissione (U. Gnoli,1923,pag.131).Questi affreschi sono stati staccati dalla cripta della confraternita di S. Maria dei Laici nel 1964-'65. L'origine di questo tempio risale all'anno 1313. I confrati vollero adornare la loro chiesa di splendidi affreschi e vi lavorarono nel sec.XIV vari artisti come il Palmerucci, Angelo Donato nel 1371 e Martino di Nello nel 1385.Un documento pubblicato dal Gualdani fa ritenere che tutte queste opere siano del Donato, allievo di Palmerucci (Lucarelli 1888 pag.589-590). Anche per il Cavalcaselle gli affreschi sono da attribuire al Donato anche perché hanno molte similitudini con i dipinti in S. Francesco a Cagli (Cavalcaselle 1887, pag.19-20). L'interno della cripta a volte a tutto sesto, venne trasformato nel sec. XVII, e gli affreschi furono ricoperti con la calce (Q. Rughi, 1971, p.18). Le opere appena staccate furono poste nel refettorio di S. Francesco prima di portarle nel museo del Duomo (1974)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000149546
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Umbria
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio e per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico dell'Umbria
- DATA DI COMPILAZIONE 1985
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0