porta, opera isolata - bottega eugubina (seconda metà sec. XV)
porta,
ca 1472 - ca 1482
Porta a due ante divise ciascuna in cinque specchi (quattro quadrati e il superiore mistilineo) delimitati da cornice aggettante intarsiata con motivi geometrici ottenuti mediante l'impiego di tre diverse essenze di legno. Nel verso l'articolazione in specchi delimitati da cornici aggettanti è ottenuta illusionisticamente mediante l'impiego di diverse essenze lignee
- OGGETTO porta
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MISURE
Profondità: 11 cm
Altezza: 260 cm
Larghezza: 140 cm
- AMBITO CULTURALE Bottega Eugubina
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Ducale
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Ducale
- INDIRIZZO Via Federico da Montefeltro, 06024 Gubbio (PG), Gubbio (PG)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Non è possibile stabilire l'ambiente originario di provenienza di questa porta, impreziosita da semplici motivi geometrici a intarsio ottenuti mediante l'impiego di essenze diverse; la sua collocazione negli anni '90 del secolo XX è segnalato nella sala VI (una delle due in cui risultava diviso l'attuale salone di corte), lato nord. Cronologicamente la sua realizzazione va posta in parallelo alla conclusione dei lavori del palazzo ducale di Gubbio, nel decennio compreso tra il 1472 e il 1482, o in un momento immediatamente seguente, quando si provvide a realizzare gli arredi. La porta, date le misure, può essere identificata con quella rintracciata nel 1958 nel Museo di San Marco di Firenze. Queste porte erano state acquistate a Gubbio da Giovanni Magherini Graziani nel 1883 direttamente dagli allora proprietari del Palazzo, i Balducci, ma furono immediatamente sequestrate dal Ministero. L'intera vicenda è raccolta nel fascicolo dell'Archivio Storico delle Gallerie Fiorentine, busta Territorio fuori SBAS-FI, 1897, fascicolo Porte del palazzo Ducale di Gubbio. Sbloccate nel 1893, le porte furono acquistate dallo Stato il 31 gennaio 1898. L'acquisto fu approvato il 10 dicembre 1897 ma poiché il Ministero aveva intenzione di acquistare in quell'esercizio anche una scultura in terracotta del Bellano raffigurante la Pietà (attraverso la mediazione del Prof. Costantini, che trattava per conto di una non meglio specificata signora straniera, - Ridolfi, lettera del 26 novembre 1897) si decise, il 10 dicembre 1897, di acquistare le porte ma di spostare il pagamento all'esercizio successivo: il pagamento definitivo avvenne in data 7 aprile 1898 (la terracotta rinascimentale poi non fu acquistata). Al loro arrivo a Firenze, spedite dall'ormai ex proprietario, il 12 gennaio, causarono una grande delusione: esse "non hanno che delle assai rozze specchiature e di intarsio appena un piccolissimo nastro intorno; non uno stemma, non una cifra, non un qualunque segno che le mostri appartenute al palazzo dei duchi d'Urbino; cosicché né possano riguardarsi come oggetti d'arte, né mostra in alcuna guisa una importanza per la loro provenienza". Il loro carattere anonimo le costringerà inizialmente a una collocazione nei depositi (lettera del 12 Gennaio 1898, indirizzata da Ridolfi al Ministro). Il Ministero rispondeva il 24 gennaio invitando il direttore a pagare nonostante la delusione e senza indugi la somma richiesta definita "contenuta" in confronto a quanto pagato dallo Stato per riavere le porte - anch'esse provenienti da Palazzo Ducale - che il Conte Primoli aveva acquistato sul mercato antiquario. In data 24 novembre 1916 il direttore Poggi comunica che una porta avrebbe potuto essere collocata nel Museo di San Marco ma il 28 novembre viene comunicato dal Direttore del Bargello che le tre porte avrebbero trovato collocazione nello stesso Museo Nazionale e sarebbe stato quindi impossibile lasciarne una per San Marco ove si pensava di poterla usare per chiudere un magazzino; così il 2 dicembre, il Direttore del Museo nazionale scrive a Matteo Marangoni dicendogli che dopo una decina di giorni un'altra porta di diversa provenienza avrebbe potuto trovare posto in San Marco. La documentazione riprende dal 1958 (30 novembre), quando Gisberto Martelli si rivolge a Filippo Rossi chiedendo notizie dei tre oggetti, citati in una perizia di Giuseppe Sacconi del 1900; Rossi risponde affermando che una delle tre rimase effettivamente a San Marco (contraddicendo quindi la lettera precedentemente citata: parla di sistemazioni risalenti a una trentina d'anni prima o più), precisamente alla porta che dal lavabo immette nel corridoio della Direzione (mentre le altre due furono adattate come porte di due sale del secondo piano del Bargello, precisamente di quello ove si trovavano le sculture del Verrocchio e il medagliere mediceo). Nel 1958 furono restituite al Palazzo Ducale su iniziativa del Soprintendente Gisberto Martelli. Nella lettera del 13 dicembre 1958, Filippo Rossi chiede al Martelli se avesse notizie delle porte riacquistate dallo Stato dal Conte Primoli, citate nella lettera del ministro Codronchi del 27 novembre del 1897. Nel 1911 (8 febbraio) il custode Buoninsegni denuncia la scomparsa di una porta di legno del primo piano. A complicare ulteriormente le cose si segnala l'esistenza di altre tre porte, molto simili per il tipo di decorazione a quelle ducali, ancora oggi collocate nel palazzo di via Benci che ospita il Museo Horne. Si tratta di porte che furono riadattate all'epoca dei restauri del palazzo Corsi (tra il 1912 e il 1915)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000062714
- NUMERO D'INVENTARIO 478
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale - Gubbio
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Umbria
- DATA DI COMPILAZIONE 1996
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
2016
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0