La Fuga in Eigitto (Miracolo della palma) e la Caduta degli Idoli. fuga in Egitto (Miracolo della palma); caduta degli Idoli

placchetta ca 1200 - ca 1220

Placchetta rettangolare, scolpita riutilizzando parte di un pettine, i cui denti, visibili sul retro, sono stati tagliati. Raffigura due scene giustapposte: a destra, Gesù che mangia un frutto dalla palma durante la fuga in Egitto; a sinistra la caduta degli idoli. Sul margine destro si nota l'avvio dei capi di una treccia traforata

  • OGGETTO placchetta
  • MATERIA E TECNICA avorio/ foratura, incisione, intaglio, pittura, trapanatura
  • AMBITO CULTURALE Ambito Bamberghese
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Franconia
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo del Bargello
  • INDIRIZZO Via del Proconsolo 4, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'avorio illustra due episodi tratti dal vangelo apocrifo dello Pseudo Matteo: il Riposo durante la fuga in Egitto, quando Gesù ordina alla palma di inclinarsi perché sua madre possa mangiare i suoi frutti (Miracolo della Palma, Pseudo Matteo 20, 1-2), e la Caduta degli Idoli (ivi 23), in cui si narra come gli idoli precipitassero a terra, spezzandosi, quando la Vergine e il Bambino entrarono nel tempio della città di Sotina. Si tratta di una delle prime attestazioni in cui queste scene sono giustapposte, ma vi sono alcuni tratti iconografici inconsueti: è il Bambino che mangia il frutto e non la Vergine; la pianta raffigurata non è assimilabile a una palma e la città, la cui porta si apre davanti a san Giuseppe, rappresenta anche il tempio dal quale stanno precipitando le statue (cfr. Gaborit-Chopin in Ciseri 2018, p. 136). L'opera mostra analogie stilistiche e materiali (ossia l’essere un pettine riutilizzato) con il Ritrovamento delle ossa di san Michele (Berlino, Bode Museum, inv. 43) e con la placca raffigurante l'Albero di Jesse del Louvre (inv. OA 10428) che, secondo Gaborit-Chopin, sono stati eseguiti dalla stessa mano (cfr. in Ciseri 2018, p. 136). Tuttavia i tre manufatti non appartenevano allo stesso pettine: si tratta di tre oggetti siculo-arabi a decoro dipinto, i cui bordi erano abbastanza larghi da consentire la lavorazione delle trecce traforate. I tre oggetti sono stati attribuiti alla Franconia (Bamberga) da Goldschmidt (1923); tale proposta è stata confermata dalla critica successiva con una datazione attorno al 1200 per la parentela con un codice dei Commenti ai Salmi di Pietro Lombardo, miniato nel St. Michael Kloster di Bamberga durante l'abbaziato di Wolfram II (Bamberga, Staatsbibliothek Bamberg, ms. 59). Gaborit-Chopin, inoltre, evidenzia che benché i tre pannelli siano legati, non dovevano appartenere a un unico insieme: le placche del Bargello e del Louvre sono di soggetto mariano, quella di Berlino illustra la leggenda di san Clemente (in Ciseri 2018, p. 137)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0901395351
  • NUMERO D'INVENTARIO Collezione Carrand 40
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA I Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
  • ENTE SCHEDATORE I Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
  • ISCRIZIONI sul bordo inferiore - EHGIPTI SIMVLACRA FVGVAT PRESENCIA XP̄I - capitale -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

LOCALIZZATO IN

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - ca 1200 - ca 1220

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'