San Bernardino da Siena
dipinto,
ca 1450 - ca 1450
Franchi Rossello Di Jacopo (attribuito)
1376 ca./ 1456
n.p
- OGGETTO dipinto
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MISURE
Altezza: 93.5 cm
Larghezza: 22.5 cm
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ATTRIBUZIONI
Franchi Rossello Di Jacopo (attribuito)
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Domenico Di Michelino
NERI DI BICCI
Scuola Giottesca
Mariotto Di Cristofano
Scuola Fiorentina Del Sec. Xv
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo dell'Opera di S. Croce
- LOCALIZZAZIONE Convento di S. Croce
- INDIRIZZO p.zza S. Croce, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La tavola con "San Bernardino" viene menzionata per la prima volta nel 1842 dal Fantozzi che la vide nella cappella Medici, attribuendola alla "scuola di Giotto" (p. 207); nel 1898 è citata poi da Crowe e Cavalcaselle che la descrivono, invece, nella cappella del Noviziato insieme alla tavola raffigurante "San Bonaventura" (cfr. scheda 09/00297011) alla quale viene stilisticamente accostata. Secondo una nota riportata in una scheda storica della Soprintendenza, l'opera fu di lì a poco trasferita in sacrestia, dove rimase fino almeno al 1940 (in tale anno è citata dai Paatz). Erano gli anni della prima inaugurazione del Museo di S. Croce e di numerosi lavori di rifacimento in tutto il complesso basilicale, per cui frequenti erano gli spostamenti, anche repentini, delle diverse opere d'arte. L'alluvione del 1966 sorprese, ad esempio, l'opera già trasferita nel piccolo refettorio, a quel tempo ormai incluso negli ambienti del museo; gravi furono i danni arrecati alla tavola soprattutto, come è ovvio, nella sua parte bassa, peraltro già in precario stato di conservazione. Solo grazie al recente restauro l'opera è tornata alla sua compiutezza formale e dal 2006 è di nuovo esposta nella sala dell'antico Cenacolo. Come sempre il restauro è stato occasione anche per un approfondimento storico-artistico sulla tavola: dunque, dopo le passate attribuzioni a Domenico di Michelino (Crowe-Cavalcaselle e critica successiva, vedi bibliografia), Neri di Bicci (Braunfels), Mariotto di Cristofano (Bellosi) o ad una generica scuola fiorentina del XV secolo (Paatz, Kaftal), Annamaria Bernacchioni ha proposto l'attribuzione a Rossello di Jacopo Franchi (1376-1456), di cui però si conoscono poche opere datate che possano servire come stabili punti di confronto stilistico (cfr. "Angeli…", pp. 145-146). Rispetto alla sua formazione influenzata dal gusto tardogotico, nei primi decenni del Quattrocento ridusse il decorativismo a vantaggio di una pittura più aggiornata sui nuovi moduli rinascimentali, soprattutto sull'esempio di Beato Angelico. La tavola di Santa Croce si colloca nella fase avanzata della sua attività, in cui "segue i modelli di tradizione gotica e neobizantina, rinunciando alle pieghe falcate e ai bagliori preziosi delle stoffe che caratterizzano la produzione del primo decennio" (idem, p. 146). Peraltro, è probabile che la data presente sull'iscrizione della predella (1444) alluda alla morte del Santo piuttosto che a quella di esecuzione del dipinto, da collocarsi piuttosto verso il 1450, anno della canonizzazione di San Bernardino. Può darsi che il dipinto in origine fosse collocato in basilica su un altare dedicato al santo (non se hanno però notizie) oppure la sua storia potrebbe collegarsi a quella della Confraternita di San Bernardino che si adunava in S. Croce. Del resto, anche riguardo ai committenti - ritratti, secondo i moduli consueti, inginocchiati ai piedi del santo e di più piccole dimensioni rispetto ad esso - nulla si sa sulla loro identità, ma le caratteristiche con cui sono effigiati lasciano supporre che si trattasse di un padre ed una figlia (la figura femminile è infatti evidentemente più piccola) e che l'uomo potesse essere un agiato artigiano legato al commercio di ceramiche o simili (egli reca in dono al santo un bicchiere ed una ciotola è appoggiata vicino a lui). A proposito, invece, dell'iconografia del Santo, si vede come egli in questo dipinto (che se andasse anticipato alla data dell'iscrizione, 1444, sarebbe addirittura la più antica effige di San Bernardino a noi nota) sia raffigurato con i suoi più consueti attributi, arricchiti tuttavia dalla presenza di svariate iscrizioni riprese dai testi sacri (Lettere di San Paolo e Vangelo di Giovanni) che ribadiscono i temi più ricorrenti della sua predicazione (cfr. "Angeli…", p. 145)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900655620
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 2010
- ISCRIZIONI nel cartiglio vicino alla bocca del santo - PATER MANIFESTAVI NOMEN TUUM HOMINIBUS - San Paolo (Fil, 11, 10) - caratteri gotici - a pennello - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0