David con la testa di Golia
In questo dipinto l'eroe David è raffigurato da solo ma il suo essere trionfatoreè ben evidente nel modo di porsi con risolutezza carica di dignità al centrodella composizione, con la testa leggermente girata di tre quarti per meglioi appuntare il suo sguardo su quello dello spettatore. Con la mano sinistratiene per i capelli la testa dell'ucciso, dai lineamenti del volto ancora contrattinello sforzo del combattimento, mentre nell'altra brandisce la spada con cuigli ha mozzato la testa. La sua posa è quindi nobile e solenne, limpido il suosguardo, puri i lineamenti. L'idealizzata monumentalità del protagonista, checampeggia su uno sfondo di cielo di un azzurro quasi veneziano, è sottolineatadal rosso carico della sopravveste bordata di pelliccia, come il copricapo,cui fa da contrappunto il bianco della camicia e della raffinata fascia chegli cinge la vita
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Vannini Ottaviano (1585/ 1644)
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Allori, Cristofano
- LOCALIZZAZIONE Lucca (LU)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE In origine il dipinto era stato attribuito a Cristofano Allori, poi grazie allaproliferazione degli studi sulla pittura fiorentina del Seicento, tutti di notevolequalità per l'accuratezza dell'indagine critico-stilistica e per la approfonditaricerca documentaria condotta in parallelo, si è ritenuto più opportuno consegnarela tela alla paternità di Ottavio Vannini, fiorentino al pari dell'Allori edi questi quasi contemporaneo. Ottavio, dopo aver trascorso quattro anni pressoun non meglio identificato Mecatti, inizia il suo vero apprendistato pressoDomenico Passignano, al chiudersi del Cinquecento. Partito il maestro alla voltadi Roma, il giovane continua a frequentarne la bottega, affidata a Pietro Sorri,col quale entra in un rapporto di collaborazione che trova testimonianza nelladecorazione a fresco della volta della cappella Brunaccini nella SS. Annunziata,impresa iniziata dal Passignano e per la quale il Sorri esegue una tela laterale.li fatto che l'immatricolazione di Ottavio all'Accademia del Disegno risalgasolo al 1618, in età quindi già sufficientemente matura, fa giustamente supporrea Claudio Pizzorusso che il nostro abbia seguito a Roma il Passignano in unsecondo tempo. La permanenza romana è tappa fondamentale per il completamentodella sua formazione perché oltre a plasmare in modo evidente il proprio mododi comporre su quello del maestro, con cui collabora ripetutamente, ha qui lapossibilità e la precisa volontà di meditare su quanto li lasciato da Michelangeloe da Raffaello. Frutto dell'incontro di queste due direttrici è un classicismoneocinquecentesco, a cui non sono estranee tangenze con quello bolognese delDomenichino e dell'Albani, dal quale non si discosterà mai, tanto da diventarequasi una sua sigla distintiva. Rientrato in patria nel 1616, il Vannini, conl'eccezione della decorazione di casa Buonarroti, prende parte alle maggioriimprese decorative che impegnano anche molti altri suoi colleghi, avendo difrequente come committente la famiglia granducale per la quale lavora e nelleresidenze di campagna e in quelle di città. Gli portano prestigio soprattuttogli interventi in Palazzo Pitti dove interviene nella galleria del Poccetti,nella sala della Stufa e, soprattutto, al piano terreno, nella sala degli Argenti,la cui decorazione, incentrata sulla celebrazione dell'età di Lorenzo il Magnificoe lasciata interrotta da Giovanni da San Giovanni, gli assicura numerose commissioni,anche forestiere. Il suo vero protettore è comunquè il fiorentino Andrea DelRosso, per il cui palazzo oltre, alla decorazione ad affresco della cappella,realizza almeno quattordici dipinti. E' impegnato sempre per i Del Rosso, nellacappella di loro patronato nella chiesa dei Santi Gaetano e Michele, quandonel 1644 lo sorprende la morte. Anche nelle sue ultime opere Ottavio manifestala sua piena consentaneità con la tradizione disegnativa di stretta derivazionecinquecentesca, aderendo a quella corrente "purista", di cui Lorenzo Lippi,a lui più giovane, è da ritenersi il capofila. Non sembra ricordato per viadocumentaria questo Davide con la testa di Golia, soggetto che comunque vieneda lui eseguito per Andrea Del Rosso; nell'inventario della sua collezione èinfatti descritto "un Davide con la testa del gigante Golia e diverse figured'intorno", rappresentante cioè l'episodio biblico (I, Samuele 17) nel momentoin cui il giovane Davide, re degli israeliti, ritorna da trionfatore con latesta del gigante Golia di Gat, campione dei Filistei, accompagnato nel trionfoda un corteo di personaggi
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900555871
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
- DATA DI COMPILAZIONE 1997
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2004
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0