GIUNONE CHIEDE IL CINTO A VENERE PER INGANNARE GIOVE
Venere, raffigurata in piedi in posizione centrale con veste panneggiata e mantello mossi dal vento, è colta nel gesto di togliersi il proprio cinto per porgerlo a Giunone che, assisa sul trono allunga il braccio destro per prenderlo. Giunone è ripresa di profilo, con un abito bianco stretto senza maniche sotto il seno da un drappo che si allunga dietro le sue spalle alzato dal vento; un mantello evidente sceso dalle spalle le copre parzialmente le gambe. Dietro al trono, visto di profilo su cui è scolpito un animale fantastico metà rapace e metà leone, si vede un pavone che fa la ruota. Fra le due dee ci sono due cigni e, dietro ad essi si intravedono uno scudo e parte di un cocchio. A sinistra, di spalle, un putto alato tiene in mano una freccia e ai suoi piedi si scorge una faretra
- OGGETTO dipinto
-
ATTRIBUZIONI
Nocchi Pietro (1783/ 1854): pittore
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Ducale
- INDIRIZZO Piazza Napoleone, Lucca (LU)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Ci troviamo ora in quella che fu la settima camera dell'Appartamento del Re: il gabinetto del sovrano. L'esecuzione del dipinto qui in esame, posto nella volta del soffitto, viene attribuita a Pietro Nocchi, figlio di Bernardino, e illustre rappresentante della cultura figurativa lucchese della prima metà dell'Ottocento. Pietro lavorò attivamente per Elisa Baciocchi, di cui dipinse anche un famoso ritratto ora al Museo Napoleonico di Ajaccio. Intorno al 1812 eseguì decorazioni pittoriche per gli appartamenti imperiali del Quirinale, e per altre residenze imperiali quali Palazzo Pitti e la Villa di Marlia. Con la Restaurazione e l'arrivo a Lucca di Maria Luisa di Borbone Pietro si vede costretto ad aggiornare un repertorio ampiamente collaudato, che aveva a lungo affinato con temi e soggetti cari al Neoclassicismo, per adeguarsi al gusto enfatico e celebrativo della corte borbonica. "Venere che offre il cinto a Giunone" venne realizzato per l'appartamento del Re insieme all'"Aurora" (ripetizione della romana Febea) tra il 1820 e il 1822 ed esprime quel classicismo raffinato, che tanto aveva incontrato a Roma, e che recupera pienamente l'insegnamento paterno, di derivazione reniana dove emerge in maniera inequivocabile la qualità del disegno preparatorio dalle linee precise e sicure
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900554672
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
- DATA DI COMPILAZIONE 2003
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0