altare, elemento d'insieme - bottega senese (sec. XVII)
altare
1600 - ante 1685
altare a parete con mensa poggiante su due sostegni a balaustro, delimitato da due alte colonne liscie con capitello corinzio, sulle quali si imposta un cornicione in aggetto sormontato da timpano curvilineo spezzato. Al centro di questo è posta un'edicola quadrangolare delimitata lateralmente da volute e coronata da tetto a salienti rettilinei. Sul prospetto dell'edicola si apre una specchiatura rettangolare
- OGGETTO altare
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MATERIA E TECNICA
travertino/ scultura
- AMBITO CULTURALE Bottega Senese
- LOCALIZZAZIONE MONTEPULCIANO (SI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'altare appartenne fin dall'origine alla nobile famiglia poliziana Egidi, che lo dedicò alla Concezione di Maria Vergine, come documentano le iscrizioni incise su due lapidi fatte collocare l'una sotto la mensa, l'altra sulla parete a fianco dell'altare, per volontà di Desiderio Casaccini e di Bonaventura Ceccardi, ambedue teologi nell'Università di Pisa, nell'anno 1685. In quest'epoca l'altare era già passato sotto il titolo di Sant'Antonio da Padova: al tempo di Francesco Brogi (1863) esso era ancora ornato di una tela settecentesca raffigurante il santo francescano (oggi conservata dalle Suore del Divino Zelo nei locali del convento), sostituita in epoca imprecisata con altro dipinto già appeso alle pareti della chiesa e rappresentante "san Bonaventura tra san Ludovico da Tolosa e santa Rosa". L'appartenenza alla famiglia Egidi di queste cappella risale almeno alla metà del XVI secolo: Panfilo, cavaliere di Malta ed intimo di Paolo III (1534-1549), nonchè committente del palazzo Egidi da lui fatto costruire in Montepulciano nella seconda metà del Cinquecento, i fratelli Pompilio e Pierluigi di Eugenio Egidi, proprietari di beni immobili nel Quartiere di San Francesco (Narcisa Fargnoli, "Palazzo Egidi", in "Umanesimo e Rinascimento a Montepulciano", a cura di A. Sigillo, Montepulciano 16 luglio - 15 dicembre 1994, Editori del Grifo, Montepulciano 1994, pp. 82-84), elessero infatti questo spazio della chiesa a sepolcro di famiglia, come si legge nella lastra tombale posta di fronte all'altare (vedi scheda n. cat. gen. 0900548776). Dai membri di questa famiglia, citati nelle fonti manoscritte (Biblioteca Comunale di Montepulciano: "Notizie Genealogiche e storiche appartenenti a varie famiglie Poliziane", 1841, Coll. Manoscritti, cc. 21, 22; "Historia de Santi e Famiglie di Montepulciano", tomo 40, metà del XVII secolo, Coll. Manoscritti n. 1, c. 26), derivano Eugenio, Giuseppe e Nicola Egidi, citati nelle due lapidi sopra menzionate, all'epoca dei quali fu presumibilmente eretto l'altare che adesso si vede nella Chiesa di San Francesco. Inoltre nel 1713 il sepolcro di questa famiglia subì un intervento di restauro, per volere di Giuseppe e Nicola Egidi, come si legge nella lastra tombale collocata davanti all'altare. La struttura a edicola barocca, con timpano spezzato su colonne corinzie e fastigio centrale, secondo il modello diffuso a Siena fin dai primi anni del Seicento dall'architetto Flaminio del Turco, caratterizza tutti gli altari della navata e del transetto della chiesa di San Francesco, fatti edificare dalle più nobili famiglie poliziane in un arco temporale compreso tra il 1580 e il 1684, fatta eccezione per il secondo altare a sinistra dedicato a San Roberto Bellarmino e ricostruito nel 1744 per volontà di Aloisio Contucci. Per le notizie relative alle vicende storiche e costruttive del complesso monastico di San Francesco consultare la scheda n. cat. gen. 0900548826
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900548816
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Siena e Grosseto
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0