miracolo di Santa Chiara
dipinto,
Mannucci Gaspare (1575/ 1642)
1575/ 1642
Personaggi: Santa Chiara. Figure: monache. Architetture: rocca. Elementi architettonici: balaustra; gradini; arco
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Mannucci Gaspare (1575/ 1642)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale di Villa Guinigi
- LOCALIZZAZIONE Villa Guinigi
- INDIRIZZO via della Quarquonia, 4, Lucca (LU)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La grande tela dei depositi del Museo Nazionale di Villa Guinigi illustra la fuga dei saraceni da Assisi provocata da Santa Chiara mediante l'ostensione del Santissimo Sacramento, secondo quanto narrato dalla Legenda aurea. Alzatasi dal letto dove giaceva ammalata nel convento di San Damiano recando una pisside - qui sostituita da un ostensorio - la santa costrinse i saraceni, che stavano scalando le mura della città ad abbandonare l'impresa. Il dipinto forma un complesso decorativo uniforme per dimensioni, stile ed argomento con altri quattro quadri pure conservati nei depositi di Villa Guinigi e facenti parte del fondo Enti Religiosi Soppressi, rappresentanti Francescani che assistono alla messa (inv. 455/13), San Francesco che distribuisce il cordone (inv. 455/12), la Visione di San Francesco (inv. 455/72) e il Padre Eterno benedicente (inv. 455/69). Per il Miracolo di Santa Chiara, come per le altre tele componenti il ciclo, sulla base di puntuali riscontri stilistici proponiamo il riferimento al fiorentino Gaspare Mannucci e la collocazione cronologica al primo quarto del Seicento. Le dita lunghe, quasi serpeggianti delle monache sulla destra trovano un parallelo in altre opere di Gaspare, come nel Crocifisso e santi olivetani dei depositi di Villa Guinigi (inv. O.S.L. 201) e nel San Tommaso d'Aquino della chiesa di San Frediano. La monaca in secondo piano di cui si scorge soltanto il volto ripreso in leggero sottinsù, le labbra increspate e le narici dilatate, richiama la Vergine addolorata nel Crocifisso e santi olivetani già menzionato, mentre i tratti somatici della monaca all'estrema destra appaiono come la versione femminile di quelli del santo olivetano genuflesso sulla destra nella medesima tela. Le fisionomie e le espressioni vagamente patetiche che caratterizzano le figure recano le tracce dell'influenza del senese Pietro Sorri che tra il 1593 e il 1595 aveva soggiornato a Lucca lasciandovi numerose opere
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900531376
- NUMERO D'INVENTARIO 455/18
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
- DATA DI COMPILAZIONE 2001
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
2016
- ISCRIZIONI sul telaio - 18 INV.O COMUN.LE - a matita -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0