venditore di caldarroste
dipinto,
Paolini Pietro (1603/ 1681)
1603/ 1681
Figure: venditore di caldarroste. Oggetti: bicongia; brocca; scodella. Frutti: castagne
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Paolini Pietro (1603/ 1681)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale di Palazzo Mansi
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Mansi
- INDIRIZZO Via Galli Tassi, Lucca (LU)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La prima menzione della tela rappresentante un Venditore di caldarroste nella moderna letteratura artistica spetta a Patrizia Giusti, che nella monografia su Pietro Paolini pubblicata nel 1987 proponeva l'identificazione del dipinto, allora in collezione privata pistoiese in pendant con un Pollarolo, con l'opera di identico soggetto già esistente a Lucca nella raccolta Cittadella. Tale ipotesi era avvalorata dal fatto che alcuni dei beni di proprietà Cittadella erano confluiti in quelli degli antenati degli allora proprietari, in seguito ad un matrimonio avvenuto alla fine dell'Ottocento (Giusti Maccari 1987, p. 134). All'inizio del medesimo secolo, il pittore Michele Ridolfi, incaricato dal Ducato di Lucca di compilare un inventario dei dipinti conservati nelle chiese e nelle raccolte private della città, menzionava il Venditore di caldarroste ("un Mondinaro") e il Venditore di Polli ("un Pollajolo") tra le opere possedute da una delle più prestigiose famiglie dell'aristocrazia lucchese, i Cittadella (Lucca, Biblioteca Statale, Ms. 3666, fasc. 4, c. 37 v.), che abitavano nel palazzo prospicente l'omonima piazza, dove ancora alla fine dell'Ottocento le ricordava l'erudito Nicolao Cerù (Lucca, Archivio di Stato, Cerù 193, cc. nn.). Le due opere, dopo una serie di passaggi ereditari cui abbiamo già accennato, sono state di recente acquistate per il Museo Nazionale di Palazzo Mansi. Le tele, databili al secondo quarto del Seicento, testimoniano l'alto livello qualitativo raggiunto dal Paolini nell'esecuzione di scene di genere, in questo caso di tono decisamente popolareggiante. I lineamenti del volto del mondinaro, dai tratti marcati e grossolani, appaiono sottolineati da larghe pennellate luminose che, come rileva la Giusti Maccari (2000, p. nn.), ne evidenziano la "consumata spavalderia nel mercanteggiare". Sulla base delle analoghe dimensioni, del soggetto e delle caratteristiche stilistiche, le due tele già Cittadella sono da associare ad un terzo dipinto, non ricordato dalle fonti e oggi in collezione privata, rappresentante un Venditore di vino
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900531356
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
- DATA DI COMPILAZIONE 2001
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0