LEONE CHE ARTIGLIA UNA PREDA
scultura
1100 - 1199
Nel complesso il pezzo presenta poche varianti rispetto al leone precedente: testa di maggiori dimensioni e più accentuata sfericità, cavità orbitali rotonde, criniera costituita da ciocche a mezzaluna striate in superficie. La forte corrosione del muso non consente di identificare con certezza la presenza dei baffi e la forma delle narici e delle fauci. Ancor meno leggibile la preda situata, come nel compagno, tra le zampe anteriori del leone
- OGGETTO scultura
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MATERIA E TECNICA
marmo/ scultura
- AMBITO CULTURALE Bottega Pisano-lucchese
- LOCALIZZAZIONE Lucca (LU)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il primo contributo di rilievo riguardo questo gruppo di leoni si deve alla Dalli Regoli (1986). Nel tentativo di risalire alla loro provevienza la studiosa ricorda che " una tradizione locale li vorrebbe provenienti dall'Anfiteatro della città", ma nota inoltre che già nell'Ottocento i gruppi si trovavano a Sorbano ed erano posti sul muretto antistante la chiesa. Anche la datazione rimane un problema aperto: in proposito la Dalli Regoli afferma che "le tracce superstiti di rilievo e di incisione nella zona delle criniere attestano una schematizzazione del vello ondulato propria di soluzioni medievali", pur non escludendo l'eventualità di un intervento di rilavorazione di sculture romane o tardoantiche. A sostegno della possibilità di collocare i due leoni nell'ambito della cultura lucchese del XII secolo, la studiosa pone come termine di confronto la Pantera della collezione Borelli Baroni. Interviene sull'argomento anche Milone (1989/90) il quale, sottolineando la lontanaza dei gruppi leonini dall'ambito stilistico e qualitativo del puteale, li attribuisce dubitativamente o ad una maestranza arcaica attiva nella prima metà del XII secolo, o più tardi. Quanto alla collocazione originaria dei gruppi, lo studioso si limita a formulare una serie di ipotesi: "le due fiere potevano essere stilofore o meno; e la loro destinazione doveva essere o il portale, o l'interno come leoni stilofori di un pulpito". Tigler (1990) ritiene poco probabile che i leoni fossero destinati fin dagli inizi ad una chiesa di scarso rilievo qul era quella di S. Giorgio a Sorbano, chiesa che apparteneva alla "pievania delle sei miglia", ovvero a quella parte del territorio suburbano che dipendeva direttamente per il battesimo dalla pieve di S. Giovanni e Reparata di Lucca. Il Tigler suppone che i leoni vi siano stati trasferiti da qualche pieve o monastero della zona. I problemi sollevti da queste sculture non sono facilmente risolvibili: benchè l'avvallamento sul dorso faccia pensare ad una funzione stilofora, non siamo attualmente in grado di stabilire con esattezza se erano destinati ad un portale, ad un pulpito o ad un diverso arredo. Sembra tuttavia plausibile, data la struttura compositiva leggermente aggettante, che fossero pensati per una collocazione elevata, forse l'imposta della lunetta di un portale, secondo una tipologia assai diffusa nella zona. Da un punto di vista stilistico si può rilevare che alcuni particolari, quali i baffi vistosi, o la presenza di una preda di cui si vede solo la testa, compaiono frequentemente nell'area pisano-lucchese solo fino alla prima metà del secolo XII, per essere poi rapidamente soppiantati dalle tipologie che fanno capo ai leoni del pergamo di Giglielmo
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900526904
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0