annuncio della nascita di San Giovanni Battista a Zaccaria
rilievo,
Lastra di forma rettangolare in marmo scolpito. Le figure sono racchiuse entro cornice liscia, su cui si legge l'iscrizione
- OGGETTO rilievo
- AMBITO CULTURALE Bottega Italiana
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale di Villa Guinigi
- LOCALIZZAZIONE Villa Guinigi
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La prima menzione della lastra si deve a Giovanni Lami che, nel 1740 l'aveva vista murata nelle pareti del cimitero appresso alla chiesa, e ne aveva proposto una datazione al 1065. Negli anni Venti del '900 è stata trasferita all'interno di una delle cappelle laterali della chiesa, e dal 1946 occupa l'attuale collocazione. Il Salmi (1925/26) ritiene che la lastra fosse originariamente collocata in facciata, come capitello di stipite del portale, tuttavia, le dimensioni, il formato e lo stesso soggetto lasciano ragionevolmente supporre che si trattasse di un parapetto di pulpito, arredo che sappiamo essere stato esistente nella chiesa ab antiquo, prima di essere smantellato sulla scorta dei dettami della Controriforma. L'Annuncio a Zaccaria costituisce del resto un tema ricorrente all'interno dei cicli figurati degli amboni romanici toscani: esempi se ne conservano a Grappoli, a Volterra, nella lastra erratica conservata nella cripta del Duomo di Pistoia. Sulla base della cogente corrispondenza tipologico-iconografica con l'esemplare pistoiese, che si concreta anche nella riproposizione del bastone peregrinale per la figura di Zaccaria, la critica si è quasi unanimamente espressa per un'attribuzione a Enrico (Salmi 1925/26; Biehl 1926; Salmi 1928; Chricton1954; Gai 1984), o a uno scultore a lui prossimo. L'unica eccezione è il Toesca (1927) che ne proponeva un'attribuzione a Biduino. Analogo è infatti il modo di scolpire le teste piccole ed allungate, e di concepire la struttura delle figure per blocchi cilindrici. Del tutto similari risultano poi le modalità di caratterizzazione dei volti, con gli occhi dalla cavità orbitale grande e rotondeggiante e le pupille trapanate e riempite di pasta scura; delle righe, fortemente segnate; delle vesti, con le maniche fortemente seghettate. Permangono tuttavia alcune divergenze nella concezione del rilievo, come si vede nelle figure fortemente emergenti dal fondo liscio e saldamente impiantate alla base aggettante del listello inferiore. Per questi elementi, nonchè per i caratteri paleografici dell'iscrizione (si noti la fusione della lettera A con le consonanti adiacenti, la diversa tipologia della H e il generale allungamento delle aste delle lettere) l'opera si inserisce dunque nell'ambito della produzione si più alto livello pisano-pistoiese dell'ultimo scorcio del XII secolo. AUTH: GC000020, AUTN: Enrico, AUTA: sec. XII, AUTS: attribuito, AUTR: scultore, AUTM: analisi stilistica
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900526852
- NUMERO D'INVENTARIO 555
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
- DATA DI COMPILAZIONE 2000
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
2016
- ISCRIZIONI sul listello superiore della cornice - S[ANCTUS] GABRIEL; S[ANCTUS] ZACHARIA; S[ANCTA] ELISABET// - a incisione - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0