SAN JACOPO

scultura,
Biduino (maniera)
notizie fine sec. XII-inizio sec. XIII

La lastra, di formato rettangolare, è incorniciata da un bordo liscio a listello da cui si staccano, in aggetto, due pilastri dotati di basi modanate, sormontati da capitelli decorati con foglie lisce triangolari e rosette carnose rotondeggianti. Questi ultimi sorreggono una ghiera a sesto ribassato che dfinisce all'interno il vano di una nicchia emisferica. Il centro della nicchia è occupato dalla figura del Santo, identificabile dall'iscrizione visibile sul cartiglio, nella quale si legge l'incipit dell'Epistola a lui attribuita. Dotato di aureola, è rivestito da una lunga tunica, sopratunica e mantello trattenuto anteriormente da un bottone. Il volto, dai tratti regolari, ha pupille trapanate e riempite di pasta scura, naso triangolare, bocca sottile, barba e baffi definiti da sottili incisioni parallele e capelli a ciocche striate e trapanate

  • OGGETTO scultura
  • ATTRIBUZIONI Biduino (maniera): scultore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale di Villa Guinigi
  • LOCALIZZAZIONE Villa Guinigi
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Alla metà del XVIII secolo la lastra risultava inserita nella parte superiore della facciata della chiesa, a destra della bifora che, secondo l'incisione di Lami (Lami 1754), si apriva nella parte centrale del primo ordine di loggette. Rimossa durante la seconda guerra mondiale per motivi precauzionali e trasferita nei depositi della Soprintendenza pisana, essa è stata esposta nel 1946 alla mostra della scultura pisana (Nicco Fasola 1946), e successivamente sistemata nell'attuale collocazione (Monaco G./ Bertolini Campetti L./ Meloni Trkuljia S. 1968). Probabilmente questo rilievo e il suo pendant, raffigurante S. Pietro, non erano destinatri all'esterno ab origine. Se si può escludere l'ipotesi che facessero parte di un pulpito, sembra invece assai verosimile l'eventualità che i due rilievi provenissero da un paliotto d'altare (Repetti 1968, Milone 1990). Da un punto di vista stilistico il rilievo con S. Jacopo, datato da Lami al 1065 sulla base della lettura errata dell'iscrizione sul cartiglio, e già attribuito a Biduino (Salmi 1925-26), o ad un artista a lui vicino (Sanpaolesi 1956-57, Monaco G./ Bertolini Campetti L./ Meloni Trkuljia S. 1968), evidenzia caratteri peculiari che lo distinguono, fino a far ipotizzare una diversa identità di mani dalla lastra pendant col S. Pietro (Monaco G./ Bertolini Campetti L./ Meloni Trkuljia S. 1968, Tigler 1990, Milone 1990)
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900526850
  • NUMERO D'INVENTARIO 556
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2000
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2016
    2006
  • ISCRIZIONI sul cartiglio - IACOBUS DEI ET DOMINI NOSTRI IESU XRISTI SERVUS// - a incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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