MIRACOLO DI SAN SILAO

dipinto,

La scena si svolge all'interno di una chiesa, oltre la quale, attraverso un'apertura ad arco, si intravede un edificio circolare culminante in una cupola e vegetazione. Il Vescovo San Silao - al centro della composizione, davanti all'altare su cui sono collocati candelieri, un crocifisso e i libri liturgici - viene bloccato da un angelo in volo, abbigliato in rosa e blu, mentre sta per comunicarsi con un' ostia avvelenata alla presenza di altri Vescovi disposti sulla destra. Uno dei due chierici di profilo a sinistra, abbigliato con un'ampia veste bianca, regge la preziosa mitra di San Silao,arricchita di perle e pietre preziose. A destra è un giovane sacerdote in veste rossa con lo sguardo intenso appuntato sullo spettatore

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Guidotti Paolo Detto Cavalier Borghese (1560 Ca./ 1629)
  • LOCALIZZAZIONE Lucca (LU)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela, che in origine si trovava nella chiesa del monastero di Santa Giustina, è passata dopo il 1822, quando il Trenta ancora la ricorda in tale collocazione (Trenta 1822, pp. 128 e 199), nell'Oratorio di San Lorenzo ai Servi, dove veniva citata dal Ridolfi nel 1877 come di autore ignoto (1877, p. 87). Il soggetto trattato è correttamente descritto dal Trenta: "un Angelo ... cambia a S. Silao la sacra Ostia nell'atto che celebrando egli la Messa sta per comunicarsi alla presenza di altri Vescovi, la qual Ostia eragli stata preparata col veleno"(Trenta 1820, p. 114). Come ha notato l'Ambrosini (1994, p. 176), nella tela è possibile rilevare la discontinuità nei modi della stesura che caratterizza il linguaggio del Guidotti confrontando il volto appena abbozzato dell'angelo con la compattezza della materia cromatica nell'epidermide della figuura che guarda verso lo spettatore. Sono i "trapassi improvvisi da un ordine delle cose al suo opposto" che, per quanto riguarda il livello della rappresentazione, il Faldi considerava costanti nella produzione del Cavalier Borghese, sottolineando, in questa tela, il passaggio dall'astrazione al "più vero del vero ... nel particolare della suppellettile dell'altare". Ancora il Faldi notava le affinità con il Martirio di Sant'Agata in Santa Cecilia in Trastevere per i tipi fisionomici e per gli scorci dei due angeli, tanto simili da far supporre una medesima collocazione cronologica per le due tele. L'Ambrosini ha poi giustamente sottolineato l'importanza di certi prototipi fisionomici presenti nelle opere del Guidotti, come la rigida figura con lo sguardo fisso verso lo spettatore, e, aggiungo, la forma quasi astratta del chirico con la mitra, per successive soluzioni adottate in ambito lucchese dal Boselli e soprattutto da Paolo Biancucci (Ambrosini 1994, p. 176)
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900525536
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2000
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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