coperta di libro liturgico,

Codice miniato: messale romano

  • OGGETTO coperta di libro liturgico
  • AMBITO CULTURALE Ambito Francese
  • LOCALIZZAZIONE Biblioteca
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Al cosiddetto messale Trenta sono stati dedicati reiterati studi da parte di Marco Paoli (Paoli 1978, 1986, 1991, 1998). Del messale si conosce il committente, Lorenzo di Federico Trenta (vi è lo stemma della famiglia con i tre bucrani) ed è stato individuato il maestro responsabile della decorazione, il cosiddetto maestro delle Ore del Maresciallo Boucicaut. Il codice presenta una nota di possesso del vescovo di Lucca Stefano Trenta, accompagnata dalla data 1448, elemento che ci informa su come, alla metà del secolo, appartenne al vescovo lucchese. Successivamente entrò a far parte della Biblioteca Palatina , portato a Parma dall'ex duca di Lucca Carlo Ludovico di Borbone. Soltanto nel 1934 fece ritorno a Lucca divenendo parte della Biblioteca Governativa. Pur commissionato dalla famiglia Trenta, non fu tuttavia concepito per officiare la Cappella di San Riccardo nella basilica lucchese di San Frediano che il Trenta aveva fatto edificare ed aveva dotato del dossale marmoreo scolpito da Jacopo della Quercia: in esso infatti non vi è menzione né del santo patrono, nè dei santi il cui culto è particolarmente legato a Lucca. E' dunque assai più probabile che esso fosse destinato a servire un beneficio che il mercante aveva fondato a Parigi, forse proprio quello come ipotizzato da Marco Paoli, della cappella dedicata alla Santa Croce nella chiesa del Santo Sepolcro. L'apparato decorativo del codice si presenta vasto ed articolato: spiccano, in particolare, due miniature a piena pagina, raffiguranti la Crocifissione con i dolenti e Dio Padre coi simboli degli evangelisti; vi sono inoltre diciassette miniature racchiuse entro riquadri dorati e la decorazione è condotta nei modi del maestro responsabile del Libro d'Ore del Maresciallo Boucicaut, attivo a Parigi all'incirca fra il 1390 ed il 1410. Non sono da sottovalutare neppure i raffinatissimi fregi floreali che incorniciano le singole pagine e che si caratterizzano per una decorazione molto minuta in cui sono protagonisti esili bocci intervallati da fogliette d'edera acuminate e dipinte ad oro. Questi stessi motivi decorativi si rintracciano anche nel corpo delle lettere. Il codice vale anche come testimonianza significativa dell'apertura dei mercanti lucchesi verso le manifestazioni artistiche più nuove ed aggiornate: lucchesi del resto, come in questo contesto ricorda ancora una volta il Paoli, erano i mercanti del celebre ritratto dipinto da J. Van Eyck nel 1434 oggi alla National Gallery di Londra. All'area del maestro francese la decorazione del codice fu avvicinata sin dagli studi condotti all'inizio del secolo dal Durrieu. Dopo eser stata ripresa in occasione della mostra storica nazionale sulla miniatura tenutasi a Firenze nel 1953, l' attribuzione all'atelier del maestro delle Ore del Maresciallo Boucicaut è stata riproposta ed argomentata nello studio dedicato alla miniatura ai tempi di Jean de Berry da parte di Millard Meiss. Lo studioso riferisce infatti alla mano dello stesso capobottega il fregio e la scena raffigurata nella prima carta del codice e propone una nuova datazione (rispetto a quella- negli anni Sessanta del XV secolo- alla quale pensava il Durrieu). Il Meiss collega infatti il codice alla committenza di Lorenzo Trenta e propende per fissarne la realizzazione intorno al 1415. Rispetto all'inquadramento dello studioso americano, il Paoli apporta alcune puntualizzazioni. Da un lato infatti è probabile che se il messale fosse stato davvero approntato verso il 1415 sarebbe stato destinato alla cappella in San Frediano, alla quale si lavorava in quegli anni. Dall'altro in una delle illustrazioni è raffigurata la famiglia del mercante: se è lecito intendere quest'immagine come una presentazione completa del nucleo familiare Trenta, si potrà notare l' assenza del figlio di Girolamo e nipote di Lorenzo nato verso il 1412. Per questa serie di motivazioni dunque lo studioso propende per una datazione verso il 1410 e ravvisa la mano del maestro nelle due scene a piena pagina mentre per il resto della decorazione preferisce pensare ad un aiuto
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900525457
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2000
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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