CRISTO CROCIFISSO TRIONFANTE

croce dipinta,

Personaggi: Dio Padre; Cristo Crocifisso; Madonna; Santa Maria Maddalena; Buon Ladrone; Cattivo Ladrone; San Giovanni Evangelista; Nicodemo; Giuseppe d'Arimatea. Oggetti: scranno. Architetture: tempio. Strumenti del martirio: croci

  • OGGETTO croce dipinta
  • AMBITO CULTURALE Ambito Lucchese
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Maestro Della Croce Di San Michele
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale di Villa Guinigi
  • LOCALIZZAZIONE Villa Guinigi
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il Cristo sulla Croce è ritratto come Triumphans. Nella cimasa è raffigurata l' Ascensione. Nei tabelloni laterali sono presenti i quattro simboli degli Evangelisti. Ai lati del corpo di Cristo invece vi sono sei raffigurazioni minori: in alto a sinistra (alla destra di Cristo) le due Marie, a destra Maria Madre di Cristo e San Giovanni; nella porzione centrale il martirio dei due ladroni (a destra e sinistra); più in basso la deposizione nella tomba del corpo di Cristo e a destra l' apparizione dell' Angelo alle pie donne recatisi al sepolcro. Il supporto della Croce, dalla sagomatura mistilinea, ha il fondo oro ed è bordato da una cornicetta in azzurro con decorazioni a biacca. La Croce vera e propria invece è raffigurata in blu. L' aureola di Cristo è sporgente.Il perizoma di Cristo è di color bruno, identico a quello della sua capigliatura, ed è bordato da una striscia sottile di color giallo. La veste del Dio padre, nel tabellone superiore, invece è in color rosa. La critica ha mostrato reiterate incertezze nella valutazione della cronologia del dipinto. Il Crocifisso è stato variamente datato all' XI, al XII ed al XIII secolo.Meno dubbioso è apparso invece il collegamento con altre opere lucchesi ancora in situ. In particolare la tavola qui in esame è stata messa in rapporto con la Croce della chiesa cittadina di San Michele e con quella di Santa Giulia. A loro volta questi tre dipinti sono stati considerati una sorta di trait-d' union fra la Croce di Sarzana (dat. 1138) e le croci berlinghieresche , come il Crocifisso firmato del Museo di Villa Gunigi a Lucca.Il Bini ed il Cavalcaselle in particolare accostavano la croce dei Servi al Crocifisso di San Michele e di Santa Giulia. Il Cavalcaselle considerava il dipinto di San Michele come il più antico. Il Sirèn preferiva invece ascrivere i tre dipinti ad un unico maestro privo tuttavia di rapporti con i Berlinghieri, discostandosi in questo dalla tradizione locale che pensava le opere come frutto della cultura berlinghieresca. Il Van Marle indicò l' influsso del Crocifisso di Sarzana su queste Croci e propose che quella di San Michele fosse stata il modello per le altre o che tutto il gruppo fosse derivato da un' altra opera contemporanea. Il Richter ritenne che le Croci lucchesi dipendessero dal dipinto di Sarzana e pensò che il dipinto dei Servi fosse quello qualitativamente più notevole dei tre, mentre quello di San Michele ne sarebbe stato una copia. Il Toesca pensava ad un unico maestro per tutti e tre i dipinti, la Vavalà ad un unico modello iconografico, cioè la croce di Sarzana- ed a tre diversi maestri. La Brunetti e la Sinibaldi propongono una datazione piuttosto generica al XIl o XIII secolo, seguita peraltro nel catalogo del museo lucchese. Garrison era propenso a credere che il dipinto potesse spettare allo stesso autore della Croce di San Michele. Recentemente Miklos Boskovits ha ripreso in esame la Croce del museo ribadendo per essa la datazione nella prima metà del XII secolo proposta dal Garrison. Lo studioso infatti ha avuto modo di osservare che opere come le Croci già citate o la decorazione miniata del Codice P + della Biblioteca Capitolare lucchese possono servire a reintegrare idealmente il panorama della cultura figurativa fiorentina della prima metà del XII secolo, che oggi, per distruzioni e dispersioni di opere, ci appare parca di testimonianze, soprattutto su tavola. Nel Cristo dei Servi, come nelle illustrazioni del Cod P+, a suo avviso (Boskovits 1993), si può cogliere una tendenza più classicheggiante, meno stilizzata e caratterizzata da un accenno di plasticismo rispetto ad opere più antiche. Nel dipinto sembra inoltre degna di nota la profilatura in rosa del suppedaneo, introdotta probabilmente a suggerirne lo spessore, ed anche la ricca iconografia delle scene ai lati del corpo di Cristo, per esempio il martirio dei due ladroni o il seppellimento di Cristo in un sepolcro caratterizzato da una vistosa strigilatura all' antica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900524379
  • NUMERO D'INVENTARIO 331
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2000
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2016
    2006
  • ISCRIZIONI nella cimasa - IH(esus) (Na)ZARENU(s)/ REX IUDEORUM - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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