Madonna in trono con Bambino e Santi Agostino, Girolamo e Monica
dipinto,
Personaggi: Madonna; Gesù Bambino; San Girolamo; Sant'Agostino; Santa Monica. Abbigliamento: abito; manto; calzature. Abbigliamento religioso: piviale; mitra; pastorale; guanti; vesti dell'ordine agostiniano. Oggetti: libri; tendaggio. Animali: leone. Attributi: (San Girolamo) leone
- OGGETTO dipinto
- AMBITO CULTURALE Ambito Lucchese
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale di Villa Guinigi
- LOCALIZZAZIONE Villa Guinigi
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Oltreché privo del nome del suo artefice, il dipino è pervenuto nelle collezioni museali senza indicazione della sua collocazione originaria, ma la presenza ai lati della Madonna col Bambino di tre santi appartenti all'ordine agostiniano - Agostino, Gerolamo, Monica - ci spinge a ipotizzarne la provenienza dalla chiesa di S. Agostino dove, peraltro, fra i tredici altari attestati nella Visita Pastorale del 157 (Filieri 1994, p. 59), uno risulta dedicato a S. Girolamo ed un uno a S. Monica. Nella Visita viene evidenziato anche il cattivo stato di conservazione di alcuni di essi, per i quali viene richiesta la sostituzione. Può risalire a questo momento la rimozione del dipinto, rimozione che può comunque essere avvenuta anche nella prima metà del Seicento, quando le pale degli altari, numericamente ridotti e distribuiti con regolarità lungo le pareti secondo i criteri controriformati, vengono in parte rinnovate (Filieri 1994, pp. 59-60). Nel 1879 Ridolfi ricorda come nell' edificio sacro, sommaiamente restaurato per rimediare ai danni procurati dalla soppressione napoleonica e dalla conseguente destinazione a magazzino, furono tirati giù i molti quadri appesi nella zona superiore delle pareti, quadri che generalmente si rivelarono..." copie, o centoni; quadri composti da figure prese qua e là, ma sempre dal buono e disposte con arte. In generale possono dirsi mediocri" (1879, p. 147). La descrizione sembra ben adattarsi a quest' opera che nel gruppo della Madonna col Bambino mostra appieno di essere esemplata su un modello sartesco, in particolare su quello della ' Madonna di Porta a Pinti' ( dal luogo di Firenze dove sorgevail tabernacolo per la quale era stata realizzata), celebratissima fin dal suo apparire alla fine del secondo decennio del Cinquecento e assai di frequente ripresa nonostante la sua precocissima scomparsa. Il dipinto, a suo tempo, citato dal Lazzarini con una attribuzione a Benedetto Brandimarte (1937, p. 112), che attualmente si rivela totalmente improbabile, è da ritenersi di mano di un ancora anonimo pittore lucchese di non grande spessore artistico, interprete di una stanca e stereotipata devozionalità precontroriformata, cronologicamente confermata dalla data 1559 che campeggia a grandi lettere nella zona centrale della composizione
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900523926
- NUMERO D'INVENTARIO 369
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
- DATA DI COMPILAZIONE 2000
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2016
2006
- ISCRIZIONI in basso al centro - 1559 - a pennello -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0