SAN MARTINO VESCOVO

decorazione a intarsio, 1490 - 1499

Il busto del Santo compare entro un riquadro delimitato da una cornice a palmette entro festoni vegetali e floreali. S. Martino ha la tiara adorna di gemme, manto abbellito da decorazioni floreali con ampio bordo trattenuto da spilla ovale con croce e perle anulari. Si intravede la mano sinistra col pastorale che si accavalla alla cornice superiore con un tabernacolo contenente nicchie con tre figure di Santi: S. Giovanni Battista(?) con croce astile, San paolo con la spada e S. Pietro (?)

  • OGGETTO decorazione a intarsio
  • ATTRIBUZIONI Civitali Matteo (attribuito)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Jacopo Da Villa
    Civitali Masseo
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale di Villa Guinigi
  • LOCALIZZAZIONE Villa Guinigi
  • INDIRIZZO via della Quarquonia, 4, Lucca (LU)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La provenienza dalla Cattedrale di questa bella tarsia ha lasciato anticamente supporre che si trattasse di un frammento del coro 'piccolo' commissionato nel 1494 da Domenico Bertini a Jacopo da Villa e Masseo Civitali (cfr. Ridolfi 1882, Campetti 1909). Del complesso, destinato alla tribuna del Duomo, non perviene nulla ma vista l'alta qualità della tarsia, per altro raffigurante il patrono della Cattedrale, e i peculiari tratti stilistici dell'opera si può in parte concordare con questa tesi. Effettivamente, come si osserva nel catalogo del museo (cfr. Museo Nazionale Villa Guinigi, 1968), il prototipo di questo busto è forse il San Martino vescovo raffigurato da Cristoforo Canozi da Lendinara su uno dei cinque pannelli tuttora conservati a Villa Guiigi (inv. 145). Secondo le fonti Masseo Civitali fu allievo (più plausibilmente collaboratore) del Canozi durante il suo soggiorno lucchese e dunque la relazione fra le due opere, per altro destinate al medesimo edificio sacro, sembrerebbe appoggiare ulteriormente la tesi della paternità del lucchese. La tecnica d'intarsio è per altro ben diversa da quella del Lendinarese che procede prioritariamente per campiture lignee estese ed uniformi, concepite secondo una visione sintetica di derivazione pierfrancescana. Qua l'artista predilige invece una visione analitica, sortendo un effetto quasi fiammingo nella resa delle rughe dell'epidermide tramite una fitta rete di piccoli tasselli intarsiati e incrociati. Un confronto con il mondo della pittura può essere fatto con il Santo vescovo di Michelangelo di Pietro Membrini (già Maestro del Tondo Lathrop) conservato in coll. Mazzarosa. La complessità dell'esecuzione, fitta di particolari, denota le capacità di questo artista che risulta completamente aggiornato sulle ultime tendenze dell'arte lucchese
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900523894
  • NUMERO D'INVENTARIO 168
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Museo Nazionale di Villa Guinigi
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 1999
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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