motivi decorativi vegetali stilizzati

capitello composito, 1140 - 1160

Capitello composito, che associa il tipo ionico con grandi volute profondamente scanalate, e con fascia ad ovuli, ad un giro inferiore di foglie lisce dalla punta arricciata. In alto, al centro delle facce, elementi floreali ed un'aquila eretta ad ali spiegate, dal capo rivolto verso l'alto

  • OGGETTO capitello composito
  • AMBITO CULTURALE Bottega Lucchese
  • LOCALIZZAZIONE Lucca (LU)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Un'analisi stilistica dei capitelli non può prescindere dal dato certo dell' iscrizione con data 1143 apposta sul pilastro antistante il presbiterio, nella navata sinistra, che può essere assunta come dato cronologico di riferimento per i colonnati dell'interno -e relativi capitelli- e della parte bassa della facciata. Questa è stata messa in rapporto dalla critica con l'analoga porzione della vicina chiesa di S. Cristoforo, legata da un'iscrizione all'opera di un Diotisalvi, presumibilmente l'architetto del Battistero e del S.Sepolcro pisani. Identica è la partizione della facciata con archeggiature cieche sormontate da capitelli, portali laterali assai semplici, decorati solo da sobri capitelli di stipite, secondo la tipologia a foglie d'acanto intervallate da caulicoli dal fusto tortile. Assai simile la cornice a girali con mascheroni in angolo, che richiama gli analoghi della cattedrale e del S.Paolo a Ripa pisani. I dati documentari e le analogie stilistiche parrebbero quindi concordare su una datazione del S. Michele in Foro, nella sua fase anteriore all'intervento dei maestri lombardi, attorno alla metà del XII secolo, che può essere precisata in un momento forse precedente per quanto riguarda la zona absidale, e che risulta invece omogenea per quanto attiene ai colonnati e alle monofore dell'interno, alla parte della facciata fino alla prima cornice, compreso quindi l'architrave figurato, e a tutto il fianco sinistro, spartito in archeggiature da imponenti capitelli di semicolonna e con monofore dagli archetti figurati. Il complesso del S. Michele sembra sfuggire ad una individuazione certa della taglia cui si deve la decorazione, ma pare comunque di poter affermare che dovette trattarsi di un'equipe non estranea, anzi ben avvertita delle esperienze della cattedrale pisana. Ce lo dimostrano in particolare i molti capitelli compositi, rielaborati sul tipo corinzio, o ancor più quelli d'impianto ionico ad enormi volute, ma pure quello composto con le quattro aquile in angolo, dal collo rivolto verso l'alto, certamente memori degli analoghi nei matronei pisani, nonché di quelli classici con aquile e fulmini, ancora nella cattedrale. Tuttavia la lezione dell'antico, filtrata attraverso Pisa, nei capitelli del S. Michele assume accenti particolari, che peraltro istituiscono rapporti, di volta in volta, nelle morfologie nello stile, con analoghi elementi architettonici di altre chiese lucchesi: S. Alessandro, S. Maria Bianca, S. Frediano, S. Giovanni stesso. Se quindi il carattere lucchese della taglia operosa in questo complesso pare legittimo, certamente deve essere precisato, proprio per la sua precocità, come innestato su scuole pisane, ed in particolare quelle legate al Diotisalvi ed a Rainaldo. La letteratura critica per il S. Michele in Foro ha eluso lo studio dei capitelli e delle monofore dell'interno, così come quello degli elementi decorativi del fianco nord esterno. L'individuazione di una precisa taglia per questo complesso intervento costruttivo e decorativo, e quindi anche per i capitelli delle navate qui in oggetto, è tuttavia assai problematica, e si ricollega al più generale problema -affrontato da Baracchini e Filieri- della sovrapposizione di tradizioni e scuole scultoree in Lucca a metà e sullo scorcio del XII secolo, in una fase precedente cioè a quello che viene comunemente identificato come il primo momento di attività in città di Guidetto (1204, S. Martino). In realtà dati documentari, di scavo archeologico, nonché di analisi stilistica hanno ormai accertato la presenza, in svariati cantieri lucchesi, della maestranza lombarda assegnata a Guidetto, già nel terzo quarto del XIIsecolo: al S.Giovanni in almeno due capitelli dell'interno e nell'esterno, proprio nella facciata del S.Cristoforo, e quindi in compresenza o immediata successione ad una taglia "pisana", forse legata al Diotisalvi. Stessa situazione "mista" pare verificarsi anche per parte della facciata del S. Giusto, ma forse anche nel chiostro "piccolo" del S. Ponziano, nonché, naturalmente, nel S. Martino
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900424075
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 1995
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2000
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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