episodi della vita di San Giovanni Evangelista e di San Filippo

dipinto, ca 1487 - ca 1502

Dipinto

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Lippi Filippino (1457 Ca./ 1504)
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Anche se non è possibile stabilire per quale motivo la commissione fu affidata a Filippino Lippi si sa che l'artista fin dal 1482 era in contatto con gli Strozzi, come provano documenti recentemente scoperti (Borsook). Il programma degli affreschi fu stabilito solo sommariamente ma dai documenti si ricava che Filippo Strozzi avrebbe esercitato un costante controllo sui lavori, comunicando i dettagli al pittore in forma verbale. Nel 1487 furono eseguiti gli affreschi della volta ma tra il 1489 e il 1492, prima della partenza di Filippino per Roma per decorare la cappella Carafa in Santa Maria Sopra Minerva, era completata solamente la vela con il patriarca Abramo. Le vele con Adamo, Noè e Giacobbe furono eseguite più tardi tra il 1494 e il 1495 insieme alle storie di San Filippo sulla parete sinistra. I disegni risalgono ad un periodo anteriore, coincidente probabilmente con il soggiorno romano. Tra il 1495 e il 1497 Filippino dipinse la parete d'altare. Tra il 1497 e il 1498 eseguì le storie di San Giovanni sulla parete destra. L'ultimo affresco fu sicuramente la "Resurrezione di Drusiana", nel registro inferiore, sul quale compare la firma dell'artista e la data 1502, relativa alla fine dei lavori. Il programma iconografico degli affreschi è basato sul tema della Salvazione e della Resurrezione attraverso la sconfitta dei riti segreti del paganesimo su cui trionfano i misteri cristiani. La scelta di Noè, Abramo e Giacobbe per le vele della volta è inconsueta perchè di solito questi personaggi appaiono in contesti narrativi e non isolatamente e la loro collocazione all'interno della decorazione ha un preciso significato da ricollegare all'intervento divino. Giacobbe sopra l'ingresso della cappella allude all'ascesa spirituale al cielo mentre la figura di Adamo nella vela verso la parete di fondo allude al peccato originale e alla conseguente punizione della morte. Considerati complessivamente i patriarchi rivestono un significato funerario, poichè fin dagli esordi del Cristianesimo si pone l'accento sul fatto che le loro anime furono le prime ad essere salvate e nella tradizione liturgica essi sono sempre descritti in cielo pronti ad accogliere le anime. Nella scelta di queste figure da parte di Filippo Strozzi vi è dunque l'auspicio che anche la propria anima sia ricevuta in cielo. Per le decorazioni delle pareti laterali furono scelti due eventi paralleli della vita di San Giovanni e di San Filippo in modo da rispettare uno schema iconografico secondo il quale nella parte inferiore della cappella doveva prevalere il tema della morte mentre in quella superiore il tema dell'ascensione al cielo attraverso le virtù. Le storie di San Filippo, patrono del committente, sulla parete sinistra, sono tratte dai Vangeli apocrifi e dalla " Legenda Aurea" di Jacopo da Varagine. Si tratta di storie scarsamente conosciute che vantano come precedente solo gli affreschi di Spinello Aretino in S. Domenico ad Arezzo. Il significato cristologico è sottolineato dalle fasce decorative in cui si vedono putti reggenti il Sudario di Cristo e sopra di essi il calice con la patena. Il martirio del Santo nella lunetta si pone come parallelo della passione di Cristo. I soggetti della parete destra, raffigurante due episodi della vita di San Giovanni, cui era dedicata la cappella, furono condizionati da quelli preminenti della parete sinistra. L'enfasi sulle scene di resurrezione assistita dalla divinitá (Resurrezione di Drusiana) implicano necessariamente l'attesa della resurrezione per Filippo Strozzi e per i suoi eredi. Mentre le storie di San Giovanni vanno lette in sequenza cronologica dall'alto verso il basso, come normalmente avviene, l'ordine di lettura delle scene di San Filippo fu invertito per adeguarle allo schema generale. La parete di fondo rappresenta una sintesi dei temi principali della cappella: il trionfo dei misteri cristiani sui riti segreti del paganesimo, la resurrezione dei morti attraverso il potere miracoloso di Cristo e l'immortalitá spirituale raggiunta attraverso la contemplazione della morte fisica cui alludono le iscrizioni in basso, i teschi additati dai geni alati. Le figure della Fede e della Carità sostengono l'uomo nel superamento della paura della morte e le Muse partecipano dell'idea classica dell'apoteosi e dell'eroicizzazione raggiunta attraverso la cultura e lo studio. Nella parte superiore della parete gli angeli rappresentano il regno celeste verso il quale deve ascendere l'anima del defunto sepolto ai piedi della parete stessa
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900281185-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • DATA DI COMPILAZIONE 1988
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2000
    2006
    2022
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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