Madonna della Misericordia. Madonna della Misericordia e i Santi Donato e Marco e il beato Tommasuolo

dipinto, 1511 - ca 1512

tavola centinata

  • OGGETTO dipinto
  • AMBITO CULTURALE Ambito Dell'italia Centrale
  • ATTRIBUZIONI Domenico Di Pietro Di Vanni De' Pecori Detto Domenico Pecori (1480 Ca./ 1527): pittore
    Fernando De Coca (notizie 1506-1512/ 1512-1517)
    Niccolò Soggi (1479/ 1552)
    Giovanni Antonio Lappoli (attribuito)
    Antonio Di Ambrogio Detto Scaramuccia (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Museo nazionale d'arte medievale e moderna
  • INDIRIZZO via San Lorentino 8, Arezzo (AR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel 1867 la tavola veniva ancora attribuita a Bartolomeo della Gatta, come testimonia la lettera tramite cui la Fraternita dei Laici autorizzò la consegna del dipinto a Luigi Gatteschi, allora conservatore, per essere collocato nella nuova Pinacoteca. L'opera era stata trasferita a spese della Fraternita dei Laici da Santa Maria della Pieve nel coro di Badia a differenza delle altre opere collocate nella cappella del primo loggiato del convento (Ristori 1928). Nel 1915 Del Vita considera la tavola come un’opera giovanile di Pecori, mentre Salmi, nel 1921, del Pecori di età matura. La Baldini fa notare che, se in generale dalla critica è stata sottolineata la mediocrità dell’opera, non ne è stato però evidenziato il carattere emblematico nell’ambito artistico aretino tra Quattrocento e Cinquecento, poiché questa rappresenta un unicum per la compresenza di apporti signorelliani e di stimoli di artisti impegnati in contesti più vivaci come Soggi e de Coca. Salmi dice che «il monaco con uno strano copricapo e crocesignato sulla spalla destra è creduto dallo Zaballi il beato Tommasuolo cioè Tommaso Unzio ‘eremita del sacco’ pel quale in Arezzo si aveva molta devozione». Tommasùccio di Foligno (al secolo Tommaso Unzio), beato, è terziario francescano (Valmacinaia, Nocera Umbra, 1319 - Foligno 1377). Dopo molti anni di vita ascetica sul Monte Repali, si dedica alla predicazione nell'Italia centrale. Si è ipotizzato che la testa della figura frontale, nel gruppo di sinistra, con capelli lunghi e baffi, sia un autoritratto di Pecori (Pasqui 1917, Salmi 1921, Maetzke 1987), mentre Baldini pensa si tratti dell’autoritratto di de Coca poiché fa notare come Pecori si rappresentasse nella Circoncisione in un astante in secondo piano nella parte sinistra del quadro. Altri personaggi riconoscibili sarebbero, sempre sulla sinistra, Presentino Bisdomini, con l’iscrizione sul suo manto rosso (che, nato e vissuto ad Arezzo, oltre al ruolo di canonico ricoprì varie cariche in enti assistenziali cittadini e di cui si hanno notizie fino al 1525, data della stipula del suo ultimo testamento), il quale, secondo la studiosa, avrebbe avuto ruolo di non poca importanza nella commissione della pala, contribuendo economicamente; sempre a sinistra, il gruppo costituito dal giovane e dalle donne dovrebbe rappresentare una parte della Compagnia laicale committente. N. Baldini (2004) suggerisce una vicinanza stilistica degli astanti sotto il mantello della Madonna con le Marie che si trovano in secondo piano nella Crocifissione della cattedrale di Borgo di San Sepolcro, dipinta da Bartolomeo della Gatta; quella inginocchiata ai piedi del Cristo crocifisso e quella che lo guarda dolente, in piedi, da dietro alla croce. I motivi decorativi usati da Pecori negli inserti delle vesti si ritrovano anche nella Circoncisione di S. Agostino in Arezzo e in quelli della cappella di San Brizio nel transetto destro del Duomo di Orvieto, che vide, con molta probabilità, il coinvolgimento di Pecori nelle imprese di Luca Signorellli, proprio nella sua condizione di allievo di Bartolomeo della Gatta. In questa affollata composizione, Pecori avrebbe eseguito le devote in primo piano e le figure sullo sfondo nella metà destra del dipinto. La grande tavola tenta una composizione maestosa e imponente al pari di quelle signorelliane; la disomogeneità tanto sottolineata deriverebbe dall’elaborazione di un disegno di partenza, presumibilmente richiesto proprio al Signorelli, da parte dell’ambizioso pittore iberico, mediante una composizione su più piani e un nuovo vigore delle figure. A de Coca è possibile attribuire infatti molta parte delle figure, in particolare grazie al confronto con due sue opere, le uniche di sicura attribuzione, l’Allegoria della Fondazione della Certosa di Valldemosa (Palma de Mallorca, Museo de Arte) e il Miracolo del nobile di Colonia (Mallorca, Sa Vall, Collezione Dña Carmen Delgado de March). Al Soggi può essere attribuito il paesaggio dello sfondo di impronta peruginesca. Invece, i volti dei cherubini della nuvola su cui poggia la Madonna, degli angeli che aprono il mantello e di quelli tutt’intorno, dovrebbero essere prova della mano di Antonio di Ambrogio detto Scaramuccia o del Lappoli, allievi di Pecori
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900259234
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Museo Nazionale d'Arte Medievale e Moderna - Arezzo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo
  • DATA DI COMPILAZIONE 1991
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2012
    2016
  • ISCRIZIONI in basso, sul manto della prima figura a sinistra - DNS • PGENTINUS/ BIS • DNS • - a incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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