Madonna col Bambino, santi e due angeli reggicortina. Madonna col Bambino, santi e due angeli reggicortina

dipinto affresco, post 1475 - ante 1480

Affresco staccato

  • OGGETTO dipinto affresco
  • ATTRIBUZIONI Lappoli Matteo (attribuito): pittore
  • LOCALIZZAZIONE Museo nazionale d'arte medievale e moderna
  • INDIRIZZO via San Lorentino 8, Arezzo (AR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Questo affresco fu ritrovato nel dopoguerra in una casa adiacente la chiesa di sant'Agostino di Arezzo, fu staccato e depositato nella sede del Partito Comunista, posta nello stesso edificio; nel 1953 l'opera venne pubblicata da Salmi, attribuita a Signorelli e considerandola opera giovanile dell'artista eseguita fra il 1475 e il 1480; in particolare, riconosceva la mano dell'artista nella figura del Bambino, riferendolo alla tela della "Madonna col Bambino" di Micciano (Anghiari), che sarebbe la copia della pittura eseguita sempre dal Signorelli nella Torre del Vescovo a Città di Castello intorno al 1474 e che documenta la sua prima fase artistica, ancora legata a Piero della Francesca. I legami col grande maestro sono per Salmi anche visibili, in quest'opera, nei due angeli reggicortina assimilabili a quelli della "Madonna del parto" di Monterchi. La composizione architettonica ed uno dei due angeli, sono inoltre assimilabili per Salmi ad Andrea del Castagno, in particolare al ciclo di villa Carducci a Legnaia. Salmi mise in relazione questo affresco con un'Annunciazione, sempre ad affresco, staccata ed esposta in S. Francesco, un tempo nella cappella della Casa di Monte in località Gragnone, nei pressi di Arezzo, di proprietà della famiglia Albergotti. La mise inoltre in relazione con la "Madonna in adorazione del Bambino" datata 1487 e conservata nel Museo Nazionale. Nel 1960 Martini avanzò l'ipotesi di attribuzione a Bartolomeo della Gatta, ipotesi poi accettata dalla Maetzke (1987), anche se ci sono caratteristiche stilistiche che non convincono molto: l'evidente simmetricità delle figure per esempio non è una caratteristica sempre presente nelle opere dell'artista fiorentino, il quale nella "Madonna fra Santi" della Collegiata di Castiglion Fiorentino del 1486 si mostra anzi anticipatore sui tempi nella soluzione compositiva asimmetrica. L'attribuzione più probabile quindi è per un artista della cerchia di Bartolomeo della Gatta, il cui linguaggio è influenzato da Piero della Francesca: ultimamente l'opera è stata avvicinata a Matteo Lappoli da De Marchi (1993) e Baldini (2004), che identifica l'opera come una delle prove della produzione autonoma di Matteo Lappoli, allievo e collaboratore di Bartolomeo della Gatta. L'opera è prossima a Bartolomeo della Gatta per la realizzazione delle figure, al Signorelli invece nella struttura compositiva. Vasari (1568) ricorda una ricca decorazione del Lappoli nelle pareti della chiesa di Sant'Agostino, posta nelle vicinanze dell'edificio in cui è stato trovato questo affresco
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900259228
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo
  • DATA DI COMPILAZIONE 1991
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2016
    2012
  • DOCUMENTAZIONE ALLEGATA riproduzione del provvedimento di tutela (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO AUTORE - Lappoli Matteo (attribuito)

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - post 1475 - ante 1480

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'