martirio dei Santi Leviti (San Vincenzo, Santo Stefano e San Lorenzo)
dipinto
1100 - 1124
La scena è dipinta su fondo blu e giallo entro una riquadratura rettangolare e cuspidata, ad imitare il formato di un grande dossale d'altare; la cornice è a bande lisce e zig-zag di vari colori sovrapposti. Nella parte inferiore è una griglia, che forse doveva accogliere delle figure, con funzione di predella
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
intonaco/ pittura a fresco
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MISURE
Altezza: 250
Larghezza: 520
- AMBITO CULTURALE Ambito Lucchese
- LOCALIZZAZIONE Lucca (LU)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera costituisce uno dei rarissimi esempi di pittura murale del XII secolo in Toscana. Secondo la tradizione l'affresco venne realizzato per ricordare il punto in cui si ergeva la facciata della chiesa altomedievale dedicata a S. Vincenzo, poi rinnovata dal priore Rotone a partire dal 1112. La notizia appare confermata dall'osservazione archeologica: proprio in corrispondenza dell'arcata sovrastata dall'affresco, infatti, la tecnica muraria cambia, attestando un prolungamento. Pur nel precario stato conservativo si possono ancora distinguere i caratteri salienti dello stile del pittore. In primo luogo la sapienza compositiva, con la quale riesce a sfruttare il particolare formato ponendo al centro la figura principale di Vincenzo, santo a cui tra l'altro era dedicata anticamente la basilica di S. Frediano. Notevole poi la vena narrativa, ben evidente negli episodi accessori dei sovrani e nei dettagli indicativi dei vari personaggi. Infine, il trattto sintetico, veloce e quasi nervoso, con cui sono delineate le figure e che arricchisce di striature luministiche le vesti. I paralleli istituiti di volta in volta per lo stile e quindi per la corretta datazione dell'affresco, vanno dal ciclo della Chiesa di St-Savin sur Gartempe, nella Francia centrale (fine sec. XI), alle piccole storie dipinte nei laterali dell'antichissima croce del Duomo di Sarzana, firmata da Maestro Guglielmo e datata al 1138. Ma il confronto più convincente resta quello con i ben noti affreschi della basilica inferiore di S. Clemente a Roma, dedicati alla Leggenda di Sant'Alessio, e databili tra il 1089 e il 1118: qui infatti tornano non solo le stesse modalità di costruire le figure, ma soprattutto gli schemi compositivi e narrativi, giocati su una efficace gestualità. Eccelsi modelli con scene del Martirio di San Vincenzo potevano essere rintracciati, oltre che in Martirologi e Passionari miniati, nel famoso ciclo affrescato nell'abside di Galliano (Como), datato agli inizi dell'XI secolo, anche se non pienamente coincidente l'iconografia; per il Martirio di San Lorenzo, associato a quello di Santo Stefano, invece, un prototipo illustre erano gli affreschi della cripta nell'abbazia di S. Vincenzo al Volturno (Isernia), datati alla metà del IX secolo. Infine, la tipologia strutturante delle griglie e delle riquadrature, associata alle figure sotto edicola, è rintracciabile in un altro noto affresco, quello con l'Apocalisse nel sottotetto del S. Antonino di Piacenza (parete ovest), databile intorno al 1170. In tale panorama, quindi, l'affresco di S. Frediano costituisce un importante esempio di pittura murale preduecentesca, che si affianca, nella produzione lucchese, alla ben più ricca testimonianza della coeva miniatura (Bibbia 2, Evangeliario 48, Passionario C, Passionario F) o della pittura su tavola (croci dipinte di S. Giulia, di S. Maria dei Servi, di S. Michele in Foro). Per i confronti istituibili con il ciclo romano di S. Clemente, e per l'osservazione "archeologica" relativa al prolungamento della chiesa iniziato nel 1112, l'affresco può quindi esere datato ai primi decenni del sec. XII. L'iscrizione ricorda l'altare pensile fatto erigere in corrispondenza dell'immagine sacra dei Leviti, poi (1488) spostato sulla parete opposta e infine rimosso nel Settecento
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900235012
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
- ISCRIZIONI pennacchio tra i due archi - BONAGRATIA FABER MCCCLXXV - lettere capitali -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0