crocifissione di Sant'Andrea

dipinto, 1610 - 1610

n.p

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Gamberucci Cosimo (1560 Ca./ 1621)
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La pala fu dipinta per l'altare di Sant'Andrea nella cripta della Cappella di Santa maria. Qui è ricordata ancora dal Moreni (1792, p. 141). Dai documenti rinvenuti dal leoncini si apprende che il quadro fu rimosso dalla collocazione originaria al momento della soppressione napoleonica (1810). In tale occasione fu portato via dalla Certosa inseme ad altri dipinti con i quali fu riconsegnato nel 1816 (G. Leoncini, in C. Chiarelli - G. Leoncini, 1982, p. 239). Successivamente è ricordato dalle principali guide della Certosa esposto nel Capitolo ("Guida della Venerabile...", 1861, p. 39; G. Bacchi, 1930, p. 125; L. Lucaccini, 1935, p. 149). Trasferito nella Pinacoteca con l'allestimento di quest'ultima, oggi il quadro del Gamberucci è posto provvisoriamente in una sala chiamata dai padri "refettorio" (non si tratta tuttavia della stanza dov'è la mensa dei monaci) in attesa della completa ristrutturazione dei locali destinati ad accogliere nuovamente la collezione di oper d'arte della Certosa. Siamo di fronte ad una delle opere dell'ultimo decennio di attività del Gamberucci che, secondo la scrivente, esemplifica i caratteri della sua produzione tarda. Infatti in essa, se da un lato è chiaramente visibile la formazione del pittore presso Santi di Tito, del cui linguaggio il Gamberucci offre ancora nel 1610 un'interpretazione ulteriormente semplificata - si vedano a questo proposito l'incisività dei contorni e la scarsa mobilità dei panneggi -, d'altra parte vi si riconosce anche l'aggiornamento del maestro su altre voci della pittura fiorentina. La luce tagliente che illumina la figura del carnefice e gli oggetti appoggiati ai suoi piedi rivelano un realismo di chiara matrice empolesca. Pur rimanendo fedele alle tipologie finora impiegate anche nel dipingere i volti dei personaggi il Gamberucci si mostra informato delle più attuali tendenze pittoriche sostituendo a generiche fisionomie, sporadicamente ancora presenti - si veda il soldato che toglie il manto al santo -, volti individualmente indagati con gusto quasi ritrattistico. La maturità del pittore si evidenzia infine anche nell'organizzazione più articolata della composizione, ben lontana dalle semplici e "arcaicizzanti" pale giovanili. Interessante a questo proposito lo scorcio paesistico sul fondo. Al Gabinetto dei Disegni degli Uffizi esiste uno studio per la figura del carnefice (n. 10523F., cfr. S. Lecchini Giovannoni, 1982, p. 13, tav. 21)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900228727
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 1992
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2010
  • ISCRIZIONI sulla scure in basso a sinistra - 1610 COSIMO GAMBERUCCI - lettere capitali - a pennello -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO AUTORE - Gamberucci Cosimo (1560 Ca./ 1621)

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - 1610 - 1610

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'