veduta della Basilica di Massenzio già Tempio della Pace

dipinto 1798 - 1798

Grandi archi decorati internamente a ottagoni, dominano la composizione sulla sinistra, attraverso i fornici, si intravedono le costruzioni contemporanee: due popolani si avviano verso la strada con alcuni fagotti, mentre, al centro, una damina osserva i maestosi ruderi: sulla destra un gruppetto di persone che, all’ombra delle rovine, hanno improvvisato un piccolo concerto, una fanciulla dai capelli sciolti e due gentiluomini in polpe e parrucchino

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Partini Feridinando (notizie 1819): pittore
    Era Giovanni Battista Dell' (1765/1799)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo dell'Opificio delle Pietre Dure
  • LOCALIZZAZIONE Opificio delle Pietre Dure
  • INDIRIZZO Via degli Alfani, 78, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Dopo aver eseguito le due vedute del Pantheon e della Tomba di Cecilia Metella, il Partini portava a termine le ultime due vedute della serie, il Ponte Molle e la Basilica di Massenzio già Tempio della Pace, sempre ricorrendo alla stessa fonte ispiratrice, le Vedute di Roma di G.B. Piranesi. Il dipinto in esame gli venne saldato direttamente nel marzo 1798 (A.S.F., I. e R. Corte Lorenese, filza 4947, ricevuta n. 32) ma, questa volta, come risulta dai documenti, il modesto pittore romano fornì solo lo scheletro architettonico (così come il modello del Ponte Mollo) poiché le stentate figure in cui si era cimentato per i precedenti modelli della serie delle Vedute di Roma, presentate all’approvazione granducale il 12 ottobre 1797 (A.S.F., I. e R. Corte Lorenese, filza 2375, carta senza numerazione, dopo la c. 18) non dovettero incontrare il favore del Siries quando, agi inizi del 1798, giunse a Firenze Giovan Battista dell’Era, l’allora direttore dell’istituto dovette cogliere l’occasione per fare intervenire quest’ultimo nei due modelli già eseguiti, cancellandovi le figure legnose e prive di vitalità del Partini. Operazione ben calcolata perché, nel gruppo dei personaggi “musicanti” della veduta in esame, si coglie una grande raffinatezza mondana, una atmosfera silenziosa ed assorta, una grande abilità tecnica quasi miniaturistica e, soprattutto, una grande capacità ritrattistica, che aprono nuovi ed interessanti spazi di studio sulla figura del giovane e ancora poco conosciuto artista Giovan Battista dell’Era, morto proprio nello stesso anno in cui eseguì le figure per questo modello. Con l’arrivo dei Francesi nel 1799 e le ovvie ripercussioni all’interno dell’attività e dei progetti dell’Opificio (di cui i funzionari tentarono addirittura le vendita), si arrestarono anche i progetti in fase di lavorazione. Quando la normale attività riprese, con l’istituzione del Regno d’Etruria, nel 1802 furono consegnati i quadri a commesso con la veduta del Tempio di Giano e del Tempio della Pace
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900170253
  • NUMERO D'INVENTARIO 930
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Opificio delle Pietre Dure
  • ENTE SCHEDATORE Opificio delle Pietre Dure
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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