Santi Stefano e Carlo Borromeo
dipinto
1650 - 1674
Personaggi: Santo Stefano; San Carlo Borromeo; Dio Padre; Cristo. Figure: angeli. Simboli: colomba (Spirito Santo)
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a olio
- AMBITO CULTURALE Ambito Romano
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Gimignani Giacinto
TREVISANI FRANCESCO
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale di Villa Guinigi
- LOCALIZZAZIONE Villa Guinigi
- INDIRIZZO via della Quarquonia, 4, Lucca (LU)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Come riferiva il Ciardi nella scheda ministeriale redatta nel 1977, tradizionalmente riferita a Giacinto Gimignani a partire dal volume sulla Pinacoteca del Campetti (1909, p. 86) fino alla Belli Barsali (1970, p. 94), la tela è stata espunta dal catalogo del pittore pistoiese dalla Fischer (1973, p. 190) che l'ha riferita a Francesco Trevisani. Secondo lo studioso questa attribuzione sarebbe confermata dal confronto con opere sicure dell'artista istriano, quali il Miracolo di Sant'Antonio di Dresda e il Casto Giuseppe di Pommersfeld. A mio avviso, però, la paternità del dipinto - parte del fondo Commissione di Belle Arti, che non risulta però citato nelle relative carte conservate presso l'Archivio di Stato di Lucca - rimane, per il momento controversa non sembrandomi del tutto convincente neppure l'ipotesi di ascrizione al Trevisani avanzata dalla Fischer. La fisionomia del Santo Stefano potrebbe far pensare al Gimignani o al Romanelli, pittori di assai stretta aderenza cortonesca, ma ben differente appare nella tela lucchese la calda effusione luministica che investe sia il paesaggio di gusto romano sia le figure creando suggestivi contrasti chiaroscurali e che si discosta dall'algida delineazione dei contorni dei personaggi dall'aspetto statuino che popolano le opere concepite da quei pittori. Di gusto analitico risultano invece la descrizione del brano vegetale in primo piano, il trattamento della capigliatura di Santo Stefano, le ciocche distinte una per una, la resa della preziosa dalmatica decorata a motivi vegetali stilizzati in rosso e oro. A mio parere la tela, che per il momento resta priva di una paternità certa, è comunque da riferire ad un pittore romano di cultura cortonesca, attento a quanto di nuovo andava prospettandosi sulla scena artistica cittadina nel corso della seconda metà del Seicento mediante l'attività di artisti quali Giacinto Brandi e Francesco Trevisani
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900067752
- NUMERO D'INVENTARIO 84
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
- ISCRIZIONI sul telaio - INV.O COM.LE 84 - lettere capitali -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0