Scena di torneo
Lastra di forma rettangolare suddivisa in quattro riquadri paralleli. La suddivisione è realizzata tramite i listelli predisposti per il fissaggio dei montanti in metallo che tenevano unite le varie parti del cofanetto. Sono chiaramente visibili tutti i fori dei chiodi necessari allo scopo, compresi quelli destinati all'attacco della maniglia. L'apparato iconografico si adatta alla partitura spaziale dovuta ai suddetti motivi di ordine strutturale. Nelle due sezioni centrali è raffigurata una scena di torneo: in basso i cavalieri armati si affrontano a cavallo con le lance da giostra, in alto le damigelle e i loro accompagnatori assistono al torneo affacciandosi da una tribuna sormontata da una loggia di archetti. Gli spazi triangolari tra gli archetti sono decorati con maschere grottesche. Nei due settori laterali si collocano scene complementari di accompagnamento all'episodio principale. A sinistra in alto, arrampicati sopra un albero, due araldi fanno squillare le trombe. In basso una dama arma per la giostra il cavaliere inginocchiato, ponendogli sulla testa l'elmo mentre con l'altra mano sostiene la lancia; quest'ultima rappresentazione è ripetuta quasi identica anche in basso a destra. A destra in alto è raffigurato un castello sui cui spalti sono figure di innamorati
- OGGETTO coperchio di cofanetto
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MATERIA E TECNICA
Avorio
- AMBITO CULTURALE Produzione Parigina
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale di Ravenna
- LOCALIZZAZIONE Monastero benedettino di San Vitale (ex)
- INDIRIZZO Via San Vitale, 17, Ravenna (RA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il cofanetto, contenitore di lusso destinato alla custodia di oggetti preziosi, non è un prodotto tipico della cultura gotica (diversamente dalle valve delle "scatole da specchio"), ma certamente in quest'epoca raggiunse una particolare ricchezza sotto l'aspetto dei temi narrativi, che si svilupparono a scapito degli elementi puramente decorativi. La raffigurazione del coperchio in oggetto, tra le più gradevoli e accattivanti dell'avorio di età gotica, propone una delle numerose varianti di una complessa iconografia comune sui coperchi di cofanetto a tema cortese, e strettamente collegata con i temi delle valve delle "scatole da specchio". Tra i soggetti più ricorrenti del ricco repertorio cortese vi sono episodi a carattere allegorico e satirico tratti da romanzi o leggende medievali, oppure rappresentazioni tratte dal ciclo della Tavola Rotonda. Tali raffigurazioni dei coperchi di cofanetto sono state suddivise in varie categorie a seconda delle varianti iconografiche (ROSS 1948), che potrebbero anche corrispondere a diverse datazioni. È molto probabile che il soggetto originario sia l'Assalto al Castello d'Amore, (assalto di guerrieri armati a un castello popolato di damigelle, con in alto il dio dell'Amore che scaglia le sue frecce simboliche; spesso i proiettili sono sostituiti da rose) presente sulle più antiche "scatole da specchio" e molto diffuso anche nella miniatura e nelle tradizioni locali. In alcuni specchi con questo soggetto si può osservare lo sviluppo di un tema secondario: alla base del castello, con armi non da giostra ma da combattimento, si affrontano a cavallo due guerrieri. È probabile che questa variante, più adatta alla disposizione degli spazi sui coperchi di cofanetto, abbia dato origine alla scena del torneo, mentre l'assalto al Castello d'Amore si è progressivamente spostato nei settori laterali per poi scomparire del tutto. Conseguentemente si è sviluppato anche l'episodio della dama che arma il cavaliere (assente sugli specchi), per lo più rappresentato su un solo lato. È il caso nell'esemplare analizzato, così di come quello del Kestner Museum di Hannover (STUTTMANN 1966 n. 12) e del cofanetto del Barber Institute of Fine Arts di Birmingham (KOECHLIN 1924 n. 1287): non c'è più traccia dell'Assalto al Castello, ma tutti gli episodi tendono a incentrarsi sul torneo. Tuttavia lo svolgimento iconografico non è una base sufficiente per una scansione nella datazione dei pezzi, data la compresenza di tutte le varianti in diverse combinazioni. Se tra gli esemplari di specchi di qualità estremamente superiore ai cofanetti si sono potuti individuare particolari così precisi nelle armi e nelle armature da potere suggerire datazioni alquanto determinate, la situazione dei cofanetti è meno chiara. Essi infatti sono più corsivi e ripetitivi anche sotto l'aspetto figurativo, e non sono evidenti differenze significative neppure nell'esecuzione e nello stile almeno per tutta la prima metà del Trecento., quando si concentra la maggior parte della produzione. L'esemplare di Ravenna insieme a pichi altri presenta un particolare elemento di protezione per le ginocchia dei cavalieri, a forma di cuscinetto cilindrico disposto in parallelo alla gamba. Insolito in questa sede il motivo decorativo a maschere grottesche, comune invece nei coperchi di scatole da specchio. Nonostante siano state avanzate proposte di un centro di produzione franco-tedesco, lorenese o del basso Reno, (WIXOM 1979), allo stato attuale delle ricerche questa produzione appare abbastanza omogenea ed è da considerarsi di origine parigina, o sotto l'influsso determinante degli ateliers della capitale. L'esemplare ravennate, simile a quello di Bargello di Firenze (FIRENZE 1982 n. 28), del British Museum (PARIS 1981-82 n. 127)e di Baltimora (RANDALL 1985 n. 324), si colloca all'incirca nel secondo quarto del XV secolo
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CONDIZIONE GIURIDICA
detenzione Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800635526
- NUMERO D'INVENTARIO Museo Nazionale di Ravenna RCE 1034
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
- DATA DI COMPILAZIONE 1981
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2016
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DOCUMENTAZIONE ALLEGATA
scheda catalografica (1)
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0