elementi architettonici
Decorazione pittorica ad affresco con finti stucchi e finte architetture. Le pareti culminano in un cornicione dal quale parte l’intera decorazione del soffitto. Sul cornicione poggia una loggia passante che si sviluppa senza soluzione di continuità sulle quattro pareti e si affaccia sul salone mediante aperture architravate o ad arco. Al centro di ciascuna parete un balconcino dai balaustrini identici a quelli reali della balconata sottostante; i balconcini sono sottolineati da colonne binate (parete di destra e sinistra) oppure al centro di tre fornici (pareti nord e sud). Su ciascun balcone si affaccia una coppia di figure allegoriche delle arti: a partire dalla parete sud e in senso orario si riconoscono la Musica (spartito) e la Matematica (pergamena con numeri arabi), la Geometria o Geografia (fogli con disegni, mappamondo) e la Fisica (?, pendolo), la Poesia (coronata d’alloro) e la Pittura (tavolozza); la Logica e la Retorica. Agli angoli, su ricche volute a finto marmo, poggiano altre figure allegoriche: a partire dall’angolo sud-est in senso orario si trovano l’Abbondanza (cornucopia con fiori, caduceo, testa coronata da fiori) e lo studio (donna che legge libro più gallo); la Purezza (? Con una colomba) e la Giustizia (bilancia in mano), la Prosperità e l’Abbondanza (o
- OGGETTO decorazione pittorica
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ATTRIBUZIONI
Spaggiari Pellegrino (1680/ 1746): decoratore
Consetti Antonio (1686/ 1766): FIGURISTA
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Collegio S. Carlo
- INDIRIZZO Via S. Carlo, 5, Modena (MO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il programma iconografico della decorazione dell’intera sala trova il suo fulcro, ed esplicita il suo intento, nel soffitto: una copertura a padiglione dilatata all’inverosimile dagli sfondati architettonici. E’ Vincenzo Vandelli (1991, p. 89) a fornire la chiave di lettura dell’intero ciclo: qui trova posto la celebrazione delle quattro arti, obbligatorie e facoltative, cui dovevano attendere i giovani “feudatari” per la loro educazione: lettere, ginnastica, disegno e musica, in contrapposizione all’educazione tipica dei collegi gesuitici incentrata sulle discipline civili, curiali e retoriche. L’intero piano creato illusionisticamente sopra il cornicione del piano della balconata, realizzato da Pellegrino Spaggiari, fu riempito di figure allegoriche da un Antonio Consetti che ebbe qui, a differenza di quanto gli era concesso in ambito sacro, la possibilità di rivestire le sue figure femminili, pur sempre compassate, di vesti morbide e panni svolazzanti che ben si inseriscono nel tripudio decorativo che riempie, completa e confonde l’architettura. Le figure che si affacciano, a due a due, dai balconcini delimitati da balaustre identiche a quelle reali della balconata sottostante rappresentano le Arti, appunto illuminate da Minerva e guidate dalle Virtù del soffitto. L’influenza delle grandi decorazioni bolognesi di Colonna e Mitelli è presente ma calata in una cornice di verosimiglianza dissimile dalla verve del palazzo Ducale di Sassuolo e, forse, anche dalla perduta decorazione del Palazzo di città. Gli sfondati delle vedute angolari richiamano tuttavia anche le soluzioni bibienesche, all’epoca visibili in Palazzo Campori e oggi perdute, così come riferimento per lo sfondato dell’occhio centrale può essere il grande trionfo di Bradamante nel salone d’onore di Palazzo Ducale, datato 1694, impresa alla quale richiamano anche altri particolari. Per quanto riguarda la storia più recente della Sala essa li lega alle vicende dell’intero fabbricato. Dopo un lungo periodo tormentato il palazzo del Collegio, negli anni Venti dell’Ottocento, versava in condizioni conservative non ottimali. Venne affidato all'architetto e pittore Luigi Pagliani, docente nello stesso collegio e nell'Accademia modenese di belle Arti, l'incarico di provvedere al restauro delle decorazioni della Sala dei Cardinali: si devono forse a questi lavori gli interventi anche notevoli effettuati sulle figure, tornate in parte alla loro cifra originale grazie all’ultimo restauro. Gli interventi ottocenteschi ebbero inizio nella primavera del 1824 e vennero registrati in una Memoria conservata nell’archivio del Collegio e compilata da Severi Scagliani e poi da Lazaro Ferrari. Dobbiamo forse a queste rivisitazioni ottocentesche la veste più severa delle pareti della sala così come è testimoniata da una foto pubblicata nel volume curato da Daniele Benati e Lucia Peruzzi nel 1991 (p. 189). Il soffitto fu restaurato intorno al 1990
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800438660
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Fondazione Collegio San Carlo
- DATA DI COMPILAZIONE 1975
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2016
- STEMMI angolo sud est, dall'alto in senso orario - familiare - Stemma - BARTOLO - d'argento con capo d'oro, banda a cuspide blu; leone rampante dorato in basso, aquila di nero in capo
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0