Dio Padre benedicente
dipinto
1516 - 1516
Mengari Carlo (1455/ 1530)
1455/ 1530
Scaletti Sebastiano (1473/ 1559)
1473/ 1559
Nel cielo campeggia la mezza figura frontale del Dio padre, con chiome fluenti barba bipartita e baffi; benedice e con la mano sinistra sorregge un libro aperto sul quale è stracciata una grande alfa e un omega. Indossa un saio bruno legato in cintura e sulle spalle ha un manto rosso svolazzante verso destra. Il capo è nimbato dal triangolo
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a tempera
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ATTRIBUZIONI
Mengari Carlo (1455/ 1530)
Scaletti Sebastiano (1473/ 1559)
- LOCALIZZAZIONE Brisighella (RA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Notizie storiche: Secondo l'atto originale di pagamento che si conserva negl iatti del notaio Pietro Baruzzi Senior a norma del legato testamentario di Ser Mero de Fregna "Domina Isabella" tutrice di Ascanio figlio di Ser Mero morto nella seconda metà del 1515 commissionò la "tabula aurata picta titolo Sanctj Antonij del Padua sanctorum Marie et Baptiste et etiam pitta de sopra" che il 6 giugno 1516 fu fatturata e pagata con 110 lire bolognesi ai pittori faentini " Caroulus Mengarii et Bastianus Brizi de Schaletis", stimata da Maestro Luca veneto e da Maestro Giovanni della Porta. La tavola era destinata alla cappella di S. Antonio da padova nella Chiesa di San Giovanni Battista "de plebe Octavi Vallis Matronis". La risoluzione derivava a sua volta da un legato che fu Jacopo detto Pinzino, figlio dello stesso Ser Mero e fratello di Ascanio. Non si può dire dove fosse la cappella: fino al 1929 la tavola era appesa in mezzo all'abside, poi passò in una cappella che era in capo alla navata destra per la riapertura nell'abside della bifora romanica. Dopo l'atto di pagamento la prima notizia della pala la troviamo nella visita di Mons. Marchesin nel 1573 che cita l'altare di S. Antonio col lascito di "Ser Mero de Fregna". I dati sommari dell'intervento sono confermati nel 1663 nel catalogo degli obblighi di messe e offizi della Diocesi di Faenza. Notizie critiche: Uno dei problemi che la pala presenta è quello della destinazione artistica dei due pittori anche se i dati di anzianità , il carattere ancora quattrocentesco umbro-toscano fanno supporre a una prevalenza del Mengari come coordinatore rispetto a un aiuto più giovane. Tale distinzione fu già oggetto di studio da parte di Antonio Corbara nel 1938 per una pala in S. Agostino a Faenza. E' con probabilità che si può attribuire allo Scaletti la figura in alto del padre eterno e un intervento nella figura di S. Giovanni
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800297986
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
- ENTE SCHEDATORE S08 (L. 145/92)
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0