reliquiario a busto, 1633 - 1633

Il reliquiario è a foggia di busto tagliato all'altezza del petto: il Santo, aureolato, è raffigurato a capo scoperto con capelli mossi, folte sopracciglia e breve barba; indossa una corazza finemente cesellata sul petto a volute fitomorfe, con scollo quadrato arricchito da un mascherone alato e spallacci. Alla sommità del capo è un coperchio con cerniera per l'introduzione della reliquia. Il busto è appoggiato su di un piedistallo in rame dorato a fusione di forma troncopiramidale lievemente svasata, con scudetto anteriore in argento applicato

  • OGGETTO reliquiario a busto
  • MATERIA E TECNICA argento/ traforo/ sbalzo/ stampaggio/ doratura/ cesellatura
    FERRO
  • ATTRIBUZIONI Dossena Bartolomeo (attribuito)
    Schepers Livio Vittorio (notizie 1723-1744)
    Barbieri Stefano (notizie 1720-1737)
  • LOCALIZZAZIONE Parma (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il 29 giugno 1629 moriva Nicolò Mozanega, canonico della Cattedrale dal 1624, avendo disposto un ingente lascito testamentario al Capitolo con l'obbligo "di far legare in argento una testa dei Santi Martiri Tebei " al fine di conservare una preziosa reliqiua pervenuta a Parma nel 1584, tramite Benedetto Zandemaria, ambasciatore del Duca presso la Corte spagnola, quale dono di quest'ultima (cfr. Ordinazioni Capitolo; Allodi 1856, pp.87, 192,199). Solo dopo alcuni anni, il 10 aprile 1633, il Capitolo dà corso al progetto con l'ordinazione di un "vas argenteum in figura capite...giusta il legato del Sig. Canonico Mazanega"(cfr. Ordinazioni Capitolo); trattandosi di un lavoro finanziato grazie a una donazione, non ne è rimasta precisa memoria nei registri dei pagamenti della Cattedrale, da cui tuttavia si evince che a queste date la Fabbriceria si rivolgeva in modo privilegiato, per la fattura e la manutenzione dell'argenteria, a Bartolomeo Dossena, al quale sono intestati, tra il 1633 e il 1640, numerosi pagamenti, solo raramente specificati nell'oggetto. Questo argentiere, di cui a tuttoggi si ignora la produzione, compare tra gli iscritti all'Arte nel 1627 (cfr.ASPR, Statuti, n.237, c.7), insieme ad un socio, Alessandro Sacho, anch'egli presente tra i fornitori del Duomo nel periodo 1624-1626. Se l'ipotesi attributiva trovasse conferma, si tratterebbe di un recupero di notevole interesse storico-artistico, che poterbbe gettare luce su una produzione, quella orafa locale seicentesca, ancora assai poco conosciuta sia per la rarità dei pezzi individuati che per le scarse acquisizioni sull'anagrafe degli artefici. Ne emergerebbe tra l'altro una figura di indubbio rilievo: la qualità esecutiva del busto è infatti notevole, tanto nella resa anatomico-espressiva, che raggiunge esiti di grande naturalismo nella definizione dei capelli, della barba, dello sguardo intenso e diretto, quanto nel trattamento dell'apparato più propriamente decorativo, dal raffinato gioco - quasi una damaschinatura - della corazza al bellissimo mascherone di sapore ancora manierista. Settecentesco invece il piedistallo in rame , realizzato, come riportano i documenti, nel 1733 ad opera di Livio Vittorio Schepers, autore del busto-reliqiuario di S.Agapito (cfr. scheda SPSAE PR 00148768). Tale basamento, poi dorato e arricchito del cartiglio da Stefano Barbieri, andò evidentemente a sostituire il sostegno originario descritto nell'Inventario del 1667, già anch'esso di rame con scudetto d'argento
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800148769
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • DATA DI COMPILAZIONE 2005
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI nello scudetto del piedistallo - CAPUT S.TI MART.IS/ EX LEGIONE/ TEBEORUM/ EX LARGIE CAPITULI/ ET CAN.CI NICOLAI/ MAZANEGHAE - a incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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