Ritratto di Caterina Balbi Durazzo. Nobile dama
Questo grande ritratto è dedicato a raffigurare Caterina Balbi Durazzo, l'unico personaggio storico, tra i molti effigiati nelle sale della dimora, a essere legato con sicurezza ai fondatori. Il volto, in scorcio, è a tre quarti e lo sguardo è rivolto a noi. Una rosa rossa, posta accanto all'orecchio sinistro, esalta la diafanità della pelle chiara. La mano destra poggia sulla vasca di una elegante fontana, mentre la sinistra stringe un ventaglio chiuso. L'abito, di stoffe preziose e nobile fattura, segue la moda spagnola del primo Seicento. Al collo, sotto la voluminosa lattuga, svetta una collana dorata, mentre i capelli, raccolti in un raffinato chignon sono impreziositi da una coroncina di diamanti. L'ambientazione è volta a evocare un magnifico palazzo aristocratico, costruito sul mare, e arredato con eleganza e buon gusto
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Van Dyck Antoon (1599/ 1641)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Reale
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
- INDIRIZZO Via Balbi 10, Genova (GE)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Si deve a Piero Boccardo il merito di aver riconosciuto questa dama come la Caterina del pendant “Marcello e Catterina” per il quale il suocero della donna, Agostino Durazzo, paga trecentosettantatrè lire genovesi il 31 dicembre 1624, in occasione del matrimonio dei due. Nel 1658 viene stabilito che i due dipinti tocchino in usufrutto vitalizio alla vedova, ma che poi, alla morte di quest'ultima, tornino ai suoi due cognati Giacomo Filippo I e Gerolamo, fratelli di suo marito. I due ritratti entrarono a Palazzo Reale in seguito alla divisione dei beni di Marcello in usufrutto a Caterina dopo la morte di quest'ultima nel 1689. Passarono dunque nel 1690 da Palazzo Balbi Durazzo Pallavicini (oggi Cattaneo Adorno, civico numero 1 di via Balbi) all'attuale Palazzo Reale. La magnifica Caterina Balbi Durazzo venne esposta dal 1766 nel Salotto dell'Aurora dove rimase fino al 1925, anno in cui venne spostata nella sua attuale collocazione. Il ritratto di Marcello venne invece alienato dai Durazzo alla fine dell'Ottocento. Opera di Van Dyck, si tratta di un vero capolavoro che ci resituisce la magnificenza del suo rango. L'impaginato, con la figura stante posta accanto a una preziosa fontana, diverrà consueto nelle procedure del maestro fiammingo, anche nei suoi anni inglesi. La conferma della sua identità si deve a Piero Boccardo e Lauro Magnani, dopo che, negli inventari del 1911 e del 1925, veniva registrata come Antonia de Marini Lercari, moglie del doge Franco Lercari. Nel 1950 invece veniva nuovamente citata in maniera generica come “Ritratto di dama”. Confrontando gli impaginati e gli sfondi di entrambi i ritratti (Marcello è oggi conservato a Venezia, alla Ca' d'Oro), sembra di capire che Van Dyck li avesse dipinti così da esporli l'uno accanto all'altro. La tela dedicata a Caterina venne inclusa da Giuseppe Isola, nel 1889, tra i dipinti bisognosi di restauro ma le sue condizioni conservative pare non fossero ottimali almeno dalla metà del XVIII secolo. Ne esiste una replica già in collezione inglese venduta a Londra nel 1928 e oggi di ubicazione ignota
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700034048
- NUMERO D'INVENTARIO 802
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Liguria
- DATA DI COMPILAZIONE 1981
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DATA DI AGGIORNAMENTO
1985
2006
2016
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0