veduta della darsena vecchia di Livorno compresa fra il bastione del mulino a vento e il bastione di porta nuova all'esterno delle mura medicee; al centro, dell'attuale piazza del Pamiglione, il monumento del Granduca di Toscana Ferdinando II
La veduta raffigura la darsena vecchia di Livorno, posta a ridosso delle mura medicee, nell’area compresa fra il bastione del mulino a vento e il bastione di porta nuova, visibile sulla destra. All’interno della cinta muraria medicea palazzi e abitazioni. Nell’area della darsena, chiusa verso il mare dal molo degli Anelli, transitano o sostano alcune imbarcazioni. Sulla banchina invece un’imbarcazione con la chiglia in costruzione. Al centro della veduta si erge quale fulcro verticale il monumento del Granduca di Toscana Ferdinando II, raffigurato con l’uniforme di Gran Maestro dei Cavalieri di Santo Stefano. Alla base del suo piedistallo occupano gli angoli in posizione china quattro figure maschili, rappresentati prigionieri. L’ordine infatti, fondato nel 1646 da Cosimo I, aveva lo scopo di liberare il mar Mediterraneo dalle insidie dei pirati turchi. La banchina della darsena è frequentata da figure elegantemente vestite, alcune con turbanti in testa, e da una scimmia. Sulle imbarcazioni uomini operosi sono invece affaccendanti in attività portuali. Sull’imbarcazione di destra sventola la bandiera della Repubblica di Genova. Il dipinto è contornato da una cornice bianca, con contorni rossi e neri su sfondo blu. La cornice in legno dorata è originale
- OGGETTO stampa colorata a mano
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MATERIA E TECNICA
carta/ incisione
carta/ pittura a tempera
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ATTRIBUZIONI
Baseggio Giacomo (notizie Seconda Metà Sec. Xviii)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Storico del Castello di Miramare
- LOCALIZZAZIONE Castello di Miramare
- INDIRIZZO Viale Miramare, Trieste (TS)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Recenti studi hanno portato alla luce il contesto culturale e politico e socio-economico in cui ha avuto luogo la produzione “dei Baseggio” conservata a Miramare, realizzata dal 1784 da Giacomo Baseggio e dal figlio Antonio e dal 1789 da Antonio Piemontesi detto il Baseggio. Si tratta di un collezione di 46 opere tra tempere e incisioni colorate, commissionate tra il 1784 e il 1789 dal Granduca Leopoldo II d’Asburgo Lorena. Nel corso del Settecento le vedute avevano raggiunto una rilevanza significativa nell’ambito della produzione artistica, in quanto questo genere, naturale evoluzione del tema del paesaggio, beneficiando del progresso della tecnica e degli studi sulla prospettiva, consentiva in piena cultura illuminista di rilevare nel modo più possibile scientifico e catalografico il dato reale. Il rinvenimento di importanti documenti, conservati all’Archivio di Stato di Firenze e Livorno, ha consentito di valorizzare la commissione delle incisioni da parte di Leopoldo II, che tra il 1784 e il 1786 ordina “Vedute”, “Carte” e “Piante”, la maggior parte delle quali corrisponde alla collezione triestina. Oltre a nominare le vedute della città toscana le lettere conservate all’archivio di Livorno contengono dei riferimenti anche ai capricci, denominati “ideali”. Nei documenti vengono citate anche le vedute dei Porti Orientali e due Vedute di mare presso la città di Napoli. Dal 1789 in poi i documenti non sono più indirizzati a Giacomo Baseggio, ma ad Antonio Piemontesi. In particolare le lettere dell’agosto 1789 e del marzo 1790 testimoniano le ultime commissioni di Pietro Leopoldo prima del suo ritiro a Vienna per assumere il titolo imperiale, quando molto probabilmente portò con sé le vedute come patrimonio personale. L’interesse di questa collezione rientrò infatti nella volontà della Casa d’Austria di propaganda politica e di partecipazione agli eventi dell’epoca attraverso la commissione di dipinti storici. Infatti le vedute di porti orientali raffigurano molti scali asiatici che dopo la metà del Settecento rientrarono nelle mire politiche ed economiche degli Asburgo. Inoltre compaiono anche le raffigurazioni di importanti battaglie. Va rilevato inoltre che le 18 incisione dedicate alla città di Livorno sono riprese della famosa serie “Raccolta delle più belle vedute della città e porto di Livorno”, pubblicate a partire dal 1781 da Giuseppe Maria Terreni, dedicata a Pietro Leopoldo. Le vedute furono scelte da Massimiliano d’Asburgo per decorare la prima abitazione triestina, Villa Lazarovich, come testimoniano gli acquerelli di Germano Prosdocimi del 1854. Tuttavia, mentre Pietro Leopoldo cresciuto e animato dallo spirito illuminista, s’interessò al fenomeno del vedutismo, che nel XVIII secolo diventò di gran moda e rappresentò l’innovazione in campo artistico, ambendo a rinnovare la corte fiorentina con i nuovi modelli internazionali, nel caso di Massimiliano le sue scelte scientiste e naturaliste furono influenzate dalla sua mentalità romantica ottocentesca. In un documento del 1857 l’arciduca dà poi precise indicazioni ai decoratori Franz e Julius Hofmann sull’arredamento degli interni del castello, citando anche la serie dei Baseggio, ricordata come «l’intera collezione di quadri che rappresentano porti, con cornici rinfrescate», da collocarsi nel vestibolo inferiore
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0600005910
- NUMERO D'INVENTARIO AB55068
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Friuli - Venezia Giulia
- DATA DI COMPILAZIONE 1992
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
2016
- ISCRIZIONI in basso, entro la cornice - VEDUTA DELLA DARSENA DI LIUORNO FRA’ IL BASTIONE DEL MULINO A VENTO, E IL BASTIONE DI PORTA NUOUA./ IN LIVORNO PER IL MAG.R BASEGGIO - a pennello -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0