La Trinità tra i santi Giovanni battista e Alberto carmelitano. La Trinità tra i santi Giovanni battista e Alberto carmelitano

dipinto murale 1498 - 1502

Al centro, Cristo in croce sostenuto da Dio Padre. Sopra la terminazione della croce, la colomba dello Spirito Santo. Ai lati, san Giovanni battista e sant'Alberto carmelitano

  • OGGETTO dipinto murale
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a affresco
  • ATTRIBUZIONI Morone Domenico (1440 Ca./ Post 1517)
  • LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'affresco decorava la facciata di una casa in via Ponte Acqua Morta 1 (antico numero civico 4562). Non è facile individuare con precisione l'edificio in quella che oggi è via Carducci, dopo le trasformazioni urbanistiche di fine Ottocento che hanno portato all'interramento del canale dell'Acqua Morta e alla scomparsa del ponte omonimo. Un disegno in una busta della Commissione d'Ornato presso l'Archivio di Stato di Verona, presentato nel 1857 dal proprietario, Antonio Molani, che intendeva effettuare alcuni lavori (ASVr, I.R. Congregazione Municipale, b. 1086; Schweikhart 1973, p. 213), indurrebbe a privilegiare tra le possibili alternative il palazzetto di via Carducci 8, angolo via Scrimiari e Interrato Acqua Morta, il cui prospetto attuale corrisponde con poche modifiche a quello che si vede nel progetto. Il disegno rivela che l'affresco si trovava tra due finestre del primo piano. Le schede del Museo non dicono né quando né da chi esso sia stato staccato. Sappiamo tuttavia che il Municipio aveva espresso in un primo momento un parere sfavorevole (per il costo, che si temeva eccessivo, e per la difficoltà dell'asporto), ma le insistenze della Commissione conservatrice dei monumenti riuscirono a salvarlo, con la modica spesa di trecento lire (Sormani Moretti 1904, III, p. 256). La lunga esposizione dell'affresco agli agenti atmosferici ne ha in parte compromesso lo stato di conservazione, al punto di rendere problematico anche l'accertamento della paternità. Dalla Rosa lo aveva inserito tra le «pitture del buon secolo di autori incerti», Burckhardt pensava a Bartolomeo Montagna, Trecca e Wittkower a Domenico Morone, e non sono mancate proposte meno autorevoli anche in favore di Nicola Giolfino. Tuttavia l'attribuzione corrente si è progressivamente assestata sul nome di Francesco Morone. Le condizioni attuali del dipinto consigliano prudenza, ma l'indubbio carattere moroniano che trapela dall'immagine sembra convenire più a Domenico che a Francesco, come ha confermato anche il più recente restauro. Lo splendido volto dell'Eterno, l'unico che sia ancora perfettamente leggibile, giunge nel suo insistito pittoricismo ad esiti molto diversi rispetto alle superficie più lustre e riflettenti forgiate dal figlio, mentre il nobile corruccio che lo anima poco si addice alla ritrosia, per non dire all'apatia emotiva che caratterizza i personaggi di Francesco. L'Eterno effigiato nella pala della Trinità (inv. 1461-1B0330) può servire in proposito come efficace pietra di paragone. Quali testimoni a favore del padre si possono addurre invece (con una certa cautela, considerato il loro degrado) i profeti e gli apostoli affrescati da Domenico nel 1498 sulla cupola e sul tamburo della cappella di San Biagio (per esempio il profeta "Abacuc"), o i santi già nella chiesa di San Nicola da Tolentino al Paladon, in Valpolicella, firmati e datati 1502 (per esempio i santi "Rocco" e "Onofrio", inv. 675-1B2070). Questi estremi cronologici possono valere in prima approssimazione anche per la "Trinità" del Museo. Nell'Ottocento ne furono tratte due incisioni, che giocoforza traducono in modo piuttosto libero la composizione: una litografia di Carlo Ferrari dedicata ai marchesi Ottavio e Gabriele Dionisi (Dillon, Marinelli, Marini 1985, n. 348) e una tavola acquerellata di Pietro Nanin, non compresa nei "Disegni di varie dipinture a fresco" del 1864 (Schweikhart 1983, tav. 42). (da Gianni Peretti 2010, pp. 264-265)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717848
  • NUMERO D'INVENTARIO 4633
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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