Ritratto di Caterina Bernabò Visconti. ritratto di Caterina Bernabò Visconti
dipinto
1800 - 1899
Tavola di forma quadrata con al centro un clipeo nel quale è inserito il ritratto di profilo di Caterina Bernabò Visconti. La donna ha i capelli raccolti in una cuffia di seta trapunta di fili d’oro e d’argento, ornata con perle e un gioiello fissato sopra la fronte. L’abito in broccato di seta rosso scarlatto con decorazione a fiori, l’opelanda, è ricamato con perle e pietre preziose. La dama porta orecchini a pendente e tre importanti collane formate da catene d’oro con pendagli di pietre preziose
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a olio
- AMBITO CULTURALE Ambito Italiano
- LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Insieme al ritratto Gian Galeazzo Visconti (inv. 5411-1B1976), la tavola raffigurante la seconda moglie del duca, Caterina Bernabò Visconti, risulta con tutta probabilità una copia ottocentesca. Entrambi i ritratti provengono dalla collezione di Andrea Monga e sono entrati nelle collezioni civiche nel 1911, descritti da Vignola come «medaglioni di cassapanca con incrostazioni di stucco rilevato e pietre preziose» (Vignola 1911). Le due tavole fanno riferimento ad una tradizione figurativa consolidata. Un aggancio immediato per le due opere sono i medaglioni con i ritratti dei signori di Milano inseriti da Antonio Campi a illustrazione della sua "Cremona Fidelissima" (1585). Le incisioni sono di Agostino Carracci su disegno dello stesso Campi, che di solito indica, nel breve medaglione biografico, la fonte. Il ritratto di Caterina, con il busto di tre quarti, figura a pagina 91 del libro quarto e deriva dai ritratti che si trovano nella Certosa di Pavia, scolpiti nei medaglioni dei portali e sul monumento funebre del Visconti, realizzato a partire dalla fine del Quattrocento (De Grazia 1984, pp. 104-119, nn. 69-70; Buonincontri 1985, pp. 317-320, n. 3.1.1-10). Sul significato di queste immagini dinastiche, in relazione alla propaganda attuata sia dalla corte viscontea sia da quella sforzesca per legittimare il proprio potere, Caterina Gemma Brenzoni (2010, pp. 477-478) ricordava alcuni studi che hanno indagato il quadro storico di riferimento connesso alle dinamiche politiche e di promozione della famiglia Sforza e la produzione di immagini famigliari (Giordano 1993; Albertario 2001). Più che copie, la studiosa proponeva di riconoscervi una coppia di falsi, come suggeriva anche Chiara Gattoli che, in una comunicazione orale al Museo nel 2009, sospettava fossero opere di Pietro Nanin, uso a questo genere di riproduzioni evocative. (da Caterina Gemma Brenzoni 2010, pp. 477-478)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717704
- NUMERO D'INVENTARIO 5412
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- ISCRIZIONI attorno al ritratto - CATHERINA BERNABÒ VISCOMITA MAGNIFICHA DUX - caratteri gotici -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0