L'arcangelo Gabriele. L'arcangelo Gabriele
ancona
1500 - 1510
Maestro Degli Inchini (notizie 1500/ 1510)
notizie 1500/ 1510
Gabriele è ritratto a mezza figura, con la destra benedicente e con un giglio nella mano sinistra
- OGGETTO ancona
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a tempera
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ATTRIBUZIONI
Maestro Degli Inchini (notizie 1500/ 1510)
- LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La tavoletta, assieme ad una analoga (inv. 917-1B0107), formava un'"Annunciazione". Facevano parte della collezione di Cesare Bernasconi ed erano schedate come autografe di Giovanni da Udine da Aleardi (1851; si veda anche scheda cartacea), che aveva per questa "Annunciazione" parole di lode, specie per l’angelo, colorito con tanta grazia che «direbbesi di Raffaello». Tali entusiasmi erano condivisi da Ferrari (1871), che si conformava all’attribuzione suggerita da Aleardi e giudicava «bellissimo» lo stile dei dipinti, pur notando che si trattava di opere che avevano «molto sofferto», alterate da numerosi restauri. Egli aggiungeva inoltre che i pannelli dovevano «stare uniti perché contengono due figure formanti un solo soggetto»: suggerimento che evidentemente venne accolto alla loro entrata in Museo, dato che, dalla documentazione fotografica allegata alla scheda del recente restauro, l’arcangelo e la Vergine annunciata risultavano rilegati insieme da una cornice rettangolare, rimossa in quest’ultima occasione. In realtà, l’ipotesi più credibile è che in origine le tavole, caratterizzate da una ripresa fortemente scorciata, facessero parte del registro superiore di un’anconetta a più scomparti, in cui si collocavano non di seguito, ma ai lati di un elemento centrale, e da cui furono poi ritagliate subendo anche un leggero ridimensionamento, come lasciano pensare le cesure figurative riscontrabili lungo i margini. Fra queste, la più vistosa riguarda la ghirlanda di lauro entro cui pende il cartellino con il monogramma cristologico IHS appesa alle spalle della Madonna: si tratta di un elemento assai interessante, che, dal punto di vista strettamente formale, richiama soluzioni analoghe utilizzate in tutt’altri contesti, quali la corona di fronde dipinta sul retro della "Ginevra de’ Benci" di Leonardo o, ancor più strettamente, il motivo dei rami d’alloro intrecciati che compare talora sul verso dei ritratti nuziali come promessa di castità e fedeltà (Dal Pozzolo 1993a, p. 265). Sotto l’aspetto allegorico il suo inserimento in un’"Annunciazione" va senz’altro letto alla luce di una cospicua tradizione che accostava a Maria il lauro quale emblema di verginità e purezza, esemplarmente documentata dall’"Annunciazione" della collezione Boncompagni Ludovisi (Roma) di Boccaccio Boccaccino (Tanzi 1991, p. 19), sebbene nel nostro caso non siano da escludere ulteriori e più complesse stratificazioni simboliche dovute all’abbinamento fra elemento vegetale e monogramma cristologico. Se i quesiti iconografici sollevati da questa coppia di dipinti rimangono dunque al momento sospesi, difficile è anche venire a capo della questione attributiva. Nel complesso le emergenze figurative, pur falsate dalla successione di ridipinture e puliture cui sono state sottoposte le tavole, conducono senza dubbio a scartare il tradizionale riferimento a Giovanni da Udine, mettendo viceversa di fronte a un artista che miscela umori boccaccineschi – trapelanti nel profilo angelico – e una proprietà di stile astraente felicemente esemplata dal rigore geometrizzante del volto di Maria e dalle falcature piatte e metalliche dei risvolti del velo. Soluzioni formali, queste ultime, che trovano significative equivalenze nella maniera tenuta dal cosiddetto Maestro degli inchini in opere del primo decennio del Cinquecento come la "Madonna con il bambino tra san Girolamo e una santa martire" del Museo Correr (Dal Pozzolo 1992, p. 76, fig. 8), o, ancora, la "Madonna con il bambino tra i santi Giovanni battista, Maddalena e Girolamo" della Fondazione Cagnola di Gazzada (ibidem, p. 77, fig. 12). (da Monica Molteni 2010, cat. 144)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717538
- NUMERO D'INVENTARIO 916
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0