Cristo morto. sepoltura di Cristo

dipinto murale 1250 - 1299

Il frammento d'affresco, riquadrato in alto da una fascia a monocromo rosso, mostra la Madonna china sulla figura stesa del corpo di Cristo morto, già deposto nel sarcofago e avvinto dalla madre, mentre il busto di un angelo discendente dall'alto fa oscillare un turibolo. La scena va identificata con una "Sepoltura di Cristo": Cristo è nell'avello e compaiono la Madonna, san Giovanni Evangelista, Giovanni d'Arimatea e Nicodemo, andato perduto. Alle spalle delle figure è dipinta un'architettura che doveva essere ritmata da una trifora su esili colonnine, della quale rimangono le arcate sinistra e centrale, dove è appesa una lampada a sospensione. La cromia è data da un'ocra chiara e gialla, rosso scuro e tracce di blu

  • OGGETTO dipinto murale
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a affresco
  • AMBITO CULTURALE Pittore Veronese
  • LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'affresco proviene, insieme a altri frammenti (invv. 4642-1B1083, 4626-1B1085, 4643-1B1086), dall'ex convento di San Giovanni evangelista della Beverara alle Regaste San Zeno, fondazione degli Umiliati, soppresso il 25 aprile 1810 e acquistato in buona parte nel 1893 dai Salesiani, che lo trasformarono in edifici scolastici e residenziali. Nel 1895, durante gli scavi per la costruzione di una cantina, si rinvenne un muro appartenente a un edificio medievale interrato, di cui non si identificò la funzione originaria. Della sua decorazione pittorica si erano conservati i quattro frammenti, di cui Sgulmero diede immediata notizia (1895), e che forse appartenevano a una delle pareti interne della chiesa medievale, obliterate nel XVI secolo. Staccati da Gaetano Pasetti, furono acquistati dal Comune nel 1896. La "Sepoltura di Cristo" faceva probabilmente parte di una serie con "Storie della Passione", cui dovevano appartenere i frammenti sopracitati e alcuni dei lacerti ("Noli me tangere", "Angelo tubicino"), provenienti dallo stesso convento della Beverara, strappati dai Salesiani nel 1956 e dispersi ora in collezioni private (Butturini 1987). Tutti i frammenti sarebbero riconducibili a un'unica bottega veronese operante nella seconda metà del XIII secolo (Pietribiasi 2010). Il lacerto forma un'unica scena con un altro affresco (inv. 4626-1B1085), identificabile in una "Sepoltura di Cristo", come già proposto da Trecca (1912). Si può ipotizzare una esecuzione coeva alla "Crocifissione di Cristo" (inv. 4642-1B1083) per la collocazione originaria nello stesso contesto archeologico, per la medesima gamma cromatica, per la stessa struttura costruttiva delle figure e per la vicinanza iconografica che presuppone l'appartenenza allo stesso ciclo cristologico. Il modello architettonico alle spalle delle figure è da porre in relazione con la miniatura transalpina di fine XII-XIII secolo, che influenza la miniatura veronese della prima metà del Duecento, Si veda ad esempio il codice chigiano A IV 74 (Roma, Biblioteca Vaticana) del secondo quarto del XIII secolo (Toniolo 2001, p. 57), dove molte scene si svolgono sotto arcatelle architettoniche, che Arslan (1943) aveva collegato alle architetture merlate affiancate da torrette presenti nella miniatura salisburghese della fine del XII secolo. Anche al di sopra dei capitellini della Sepoltura di Cristo si trovavano torrette dipinte a secco, che collegano ancora più strettamente le arcate del frammento alla miniatura e alla pittura veronese del periodo (si vedano le "Storie di Davide e Salomone" del refettorio canonicale: Ferrari, 2001, p. 111)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717425
  • NUMERO D'INVENTARIO 4625
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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