Madonna allattante. Madonna allattante
dipinto murale
1275 - 1299
Il frammento raffigura una Madonna in trono che allatta il bambino, realizzata con piatte stesure di ocra rossa e gialla, verde, bianco e blu. Gesù dalla testa minuscola rispetto al corpo e alla madre, afferra con entrambe le mani -la sinistra di dimensioni maggiori- la mano della Madonna che regge il seno dal quale sugge il latte. La sua veste è verde, con manto rosso, mentre l'aureola crocifera è ingemmata, come quella oblunga della madre. Alle spalle della Madonna è sospeso un velario giallo, mentre del trono è visibile parte del cuscino a fuso della seduta
- OGGETTO dipinto murale
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MATERIA E TECNICA
intonaco/ pittura a affresco
- AMBITO CULTURALE Pittore Veronese
- LOCALIZZAZIONE Museo di Castelvecchio
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'affresco proviene, insieme ad altri frammenti (invv. 4642-1B1083, 4625-1B1084, 4626-1B1085), dall'ex convento di San Giovanni evangelista della Beverara alle Regaste San Zeno, fondazione degli Umiliati, soppresso il 25 aprile 1810 e acquistato in buona parte nel 1893 dai Salesiani, che lo trasformarono in edifici scolastici e residenziali. Nel 1895, durante gli scavi per la costruzione di una cantina, si rinvenne un muro appartenente a un edificio medievale interrato, di cui non si identificò la funzione originaria. Della sua decorazione pittorica si erano conservati i quattro frammenti, di cui Sgulmero diede immediata notizia (1895), e che forse appartenevano a una delle pareti interne della chiesa medievale, obliterate nel XVI secolo. Staccati da Gaetano Pasetti, furono acquistati dal Comune nel 1896. Sgulmero (1895) fu l'unico a leggere l'iscrizione. Evelyn Sandberg Vavalà (1926; 1931) sottolineò la rarità di questo soggetto prima del Trecento e ne evidenziò l'ingenuità esecutiva, nella sproporzione tra le varie parti anatomiche, e l'assenza di elementi bizantineggianti, che portavano la studiosa a inserire il frammento nella corrente popolare romanica duecentesca. Maria Teresa Cuppini (1965-1966; 1970) lo mise in relazione con la "Sirena" nella nicchia della parete settentrionale della sacrestia di San Zeno, rapporto ribadito da Francesca Flores D'Arcais (2004) e con le miniature del codice 1362 della Biblioteca Civica di Verona. Bettini (1977) vide in questa "Madonna" dall'aureola allungata, per la quale trovò richiami catalani, un'opera da inserire nella corrente volgarizzata del bizantinismo veneziano sommato alla radice bassotedesca della seconda metà del Duecento veronese. Butturini (1987) la mise a confronto con due figure in Santa Giustina a Palazzolo e con la "Madonna del latte" di San Zeno a Cerea. Nella miniatura veronese della prima metà del Duecento (Toniolo 2001, p. 68) ritroviamo figure dai corpi già allungati. La Madonna allattante si può collegare alla diffusione duecentesca dell'iconografia della "Theotokos galaktotrophousa", testimoniata a Verona dalla "Madonna del latte" del Museo Canonicale e dal gruppo a essa collegato (Guzzo 2001, p. 76; Bertelli 2001, pp. 77-79), che presentano il velario appeso; le aureole gemmate rimandano invece all'oreficeria e alla pittura su tavola, come in alcune opere toscane del Duecento (Pietribiasi 2010, cat. 6)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500715118
- NUMERO D'INVENTARIO 4643
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- ISCRIZIONI vicino alla Madonna - S(an)c(t)a [Maria] -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0