Madonna con il bambino. Madonna con il bambino
La piccola tavola rappresenta la Madonna, ripresa a mezza figura e leggermente di tre quarti, mentre allatta il bambino; con la mano destra egli stringe il seno materno, liberandolo dal velo bianco che avvolge il capo e le spalle della madre e un lembo scende a coprire un poco il suo tenero corpo di neonato. La Madonna accoglie il figlio tra le braccia, entro un prezioso mantello rosa damascato, che si piega a mostrare il soppanno azzurro. La figura stacca contro l'elaborato fondo d'oro che presenta un reticolo di rombi definiti da una doppia linea incisa, ciascuno con i vertici sottolineati da un punto e con l'interno ornato da cinque punti disposti a fiore. Su questo fondo, dall'andamento centinato che suggerisce l'originaria conformazione della cornice, spiccano le due aureole dal semplice profilo puntinato; in quella della Madonna tre fiori incisi scandivano una scritta ormai appena percepibile. Il fondo oro ha, nella parte superiore, un andamento centinato che suggerisce l'originaria conformazione della cornice
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
ORO
tavola
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ATTRIBUZIONI
Giambono Michele (notizie 1420/ 1462)
- LOCALIZZAZIONE Museo di Castelvecchio
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il soggetto e le dimensioni segnalano che l'opera doveva essere destinata alla devozione privata, ma non si può escludere il suo inserimento originario in un polittico (Marinelli, 1983). L'attribuzione a Michele Giambono, proposta da Adolfo Venturi (1911), è stata accolta in modo unanime. Nell'insieme dei giudizi sull'opera è prevalsa una datazione precoce nel percorso dell'artista veneziano, entro il terzo decennio del Trecento; Pallucchini (1955-1956) colse nel dipinto ancora "certe asprezze di Jacobello", mentre Land (1974) lo ha datato intorno al 1420 per i debiti con la tradizione trecentesca e per il richiamo a Gentile, affiancandogli la "Madonna con bambino" dell'Istituto di Scienze Storiche di Dubrovnik, attribuita a Giambono da Gamulin (1963). Il dipinto è stato avvicinato alla "Dormitio Virginis" di Castelvecchio (inv. 5554-1B2282; Cuppini, 1962) e al "Matrimonio mistico di Santa Caterina" del Musée des Beaux-Arts di Nimes (Laclotte, 1956). Il velo bianco della Madonna che le copre il capo e si avvolge alle spalle, ricadendo sulle spalle non si piega indietro al modo gentiliano, come invece avviene nelle "Madonne" più tarde (cfr. Franco 1996). Il semplice nimbo dal profilo puntinato ricorre nella "Crocifissione" della collezione Saibene. I legami più stretti sono dunque con opere databili tra gli anni venti e i primi anni trenta (cfr. Franco 1998), tanto da non poter escludere che l'opera sia stata eseguita durante il soggiorno veronese del pittore veneziano, a ridosso dell'anno 1432, giusta la data riportata dalla decorazione attorno al monumento Serego (Franco 2010, cat. 73)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500715147
- NUMERO D'INVENTARIO 172
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0