soggetto sacro

rilievo, 1611 - 1611

rilievo illeggibile entro comparto leggermente cuspidato

  • OGGETTO rilievo
  • MISURE Altezza: 50 cm
    Larghezza: 40 cm
  • AMBITO CULTURALE Produzione Veneziana
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo privato
  • INDIRIZZO Santa Croce, 2331-2332-2333/ Calle de la Regina, Venezia (VE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE il rilievo, murato tra due finestre del piano terra dell'immobile, affacciantesi sul rio de San Ana, è in cattivo stato di conservazione dovuto principalmente alle condizioni climatiche e di localizzazione che hanno lentamente portando alla perdita dell’ornato ormai quasi illeggibile. Nell’ “Elenco del Comune” del 1905 venne appuntato che si poteva leggere la seguente scritta: «ARTE DE PORTAROLI ET AGIONTI 1611». Doveva esserci raffigurato San Giosafat, vescovo del XVII secolo, a figura intera. Il rilievo trova collocazione sulla facciata dell’edificio che un tempo era una delle sedi della corporazione dei fruttivendoli (“fruttaroli” in dialetto), della quale San Giosafat era il santo patrono. La Scuola dei Fruttaroli ebbe la prima sede in contrada San Paternian; in seguito a Santa Maria Formosa; «all’arte dei Fruttaroli erano uniti quali colonnelli gli Erbaroli ed i Naraanzeri, entrambi con sede propria. Avevano anche un ospizio con 19 camere ed un oratorio posto a disposizione dei poveri dell’arte in Corte del Fruttarol in Casselleria» (Pazzi, 2000). Perissa e Gramigna (2008) così parlano della suddetta corporazione: «Un'altra sede della Scuola si trova in fondamenta San Gioacchino, al n. 485, ora adibito ad abitazione privata: sopra la porta si riconosce un'iscrizione, molto rovinata del 1613; sul lato prospiciente il rio, è situato un rilievo con San Josafat e secondo pianto leggeva Levi, la scritta "IN TEMPO DE M. BORTOLDO DE MARIN GASTALDO DE L'ARTE DE FRUTAROLI ET AGIONTI L'ANNO 1611": se nella sede di San Pietro si riunivano i fruttivendoli e in quella di Santa Maria Formosa gli erbarioli e i naranzeri, gli agionti dell'iscrizione può essere riferito a questi ultimi, i quali usavano come deposito il Palazzo dei Camerlenghi a Rialto». Riguardo a san Giosafat questo morì martire per la fede nel 1623: «A vent’anni era entrato tra i monaci basiliani, ma nell’antico Ordine orientale portò le nuove idee e le direttive d’azione dei Gesuiti, pattuglia avanzata del Cattolicesimo nei paesi europei minacciati dall’eresia. Monaco, priore, Abate e finalmente Arcivescovo di Polock, intraprese una salutare riforma dei costumi monastici della ragione rutena, migliorando così la Chiesa uniate. La sua predicazione fruttò numerosissime conversioni e gli valse il titolo di ‘rapitore di anime’» (Giorgi, p. 634)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500641160
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna
  • DATA DI COMPILAZIONE 2014
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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