personaggi sacri

tabernacolo, (?) 1900 - (?) 1969

capitello lapideo con tetto a due spioventi custodente immagine di Madonna con Bambino; ai piedi dell'immagine sacra, su mensola, vi è incisa un'iscrizione. Un braccio di lampada metallica è presente al di sopra del tabernacolo

  • OGGETTO tabernacolo
  • MATERIA E TECNICA METALLO
    PIETRA
  • MISURE Altezza: 80 ca cm
  • AMBITO CULTURALE Produzione Veneziana
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo privato
  • INDIRIZZO Santa Croce, 2331-2332-2333/ Calle de la Regina, Venezia (VE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE il capitello in esame custodisce un immagine della Madonna con Bambino entro nicchia con stelle a cinque punte a rilievo. Al di sotto vi è una raffigurazione non facilmente leggibile, come pure la scritta incisa sulla base, per l’elevata altezza. La Vergine parrebbe essere la Madonna di Marina come cita l'iscrizione: "MIRACOLO[…] IMMAGINE DI MARINA DETTA DEL ZOCCO / PROTETTRICE DEI NAVIGANTI" e le tre immagini scolpite sotto potrebbero essere identificate con tre episodi della leggenda a lei collegata: la prima scena da sinistra parrebbe un uomo con una modellino di una nave, la scena di destra è lo stesso uomo nell'atto di tagliare un tronco e l’immagine centrale è l’uomo accanto all’immagine della Madonna. Di fatti così si racconta del miracolo della Madonna del “Zocco”: un uomo residente a Malamocco, avendo trovato sulla battigia un tronco di legno, forse elemento di un’imbarcazione, se lo portò a casa per ridurlo a legna da ardere ma per ben tre volte il legno scoparve da casa per essere ritovato sulla spiaggia nel luogo d’origine, finchè da esso si delineò una figura femminile identificata con la Madonna della Marina. Non è dato sapere l’epoca di fabbricazione poiché la critica d’arte non tratta tale opera. L’immagine ricorda le icone russe. Il tabernacolo è uno dei numerosi visibili tutt’oggi nei sestieri di Venezia, opere d’arte diffuse dai tempi più antichi ma anche in epoca moderna. Infatti l'uso del tabernacolo veneziano pare sia nato verso la prima metà del XII secolo per funzioni di quiete pubblica notturna per placare i continui atti di criminalità affliggenti la città. Di fatti nel 1128, sotto il dogato di Domenico Michiel, si dispose di porre dei "cesendeli", cioè lanterne alimentate a olio, per illuminare le zone più buie e pericolose: “avendosi nei primi tempi, per rendere più sicura la città dagli assassinamenti che succedevano, posto ad ardere per le strade mal sicure alcuni fanali, detti allora 'cesendeli', perché mandavano un chiarore fioco, non dissimile da quello delle lucciole, 'cicendelae' nominate, la pietà dei parroci poneva innanzi ad essi delle immagini di Santi, affinché al loro cospetto si trattenessero i ribaldi dal commettere azioni malvagie. Ecco l'origine di quegli altarini, o 'capitelli', sì frequenti tuttora in Venezia” (Tassini, 1970). I soldi per il pagamento del combustibile per le lampade e per il controllo e la tutela dei "cesendeli" erano a carico dei parroci delle diverse contrade. Successivamente, con l'aumentare dei tabernacoli nella città, per ogni sestiere venne scelto un patrizio sia per la sorveglianza notturna che per la tassazione ai cittadini per il pagamento dell'olio per l'illuminazione
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500641142
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna
  • DATA DI COMPILAZIONE 2014
  • ISCRIZIONI ai piedi della statua su mensola - MIRACOLO[…] IMMAGINE DI MARINA DETTA DEL ZOCCO / PROTETTRICE DEI NAVIGANTI - maiuscolo - a incisione - italiano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - (?) 1900 - (?) 1969

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE