animale
rilievo,
(?) 1890 - (?) 1986
formella zoomorfica in stile veneto – bizantino: un canide con testa retroflessa tra racemi. Una cornice a dentelli a scacchiera racchiude il tutto
- OGGETTO rilievo
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MATERIA E TECNICA
PIETRA
- AMBITO CULTURALE Produzione Veneziana
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo privato
- INDIRIZZO Santa Croce, 2331-2332-2333/ Calle de la Regina, Venezia (VE)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE il rilievo in esame è opera moderna a imitazione delle numerose formelle medioevali che si trovano tutt'oggi affisse sulle facciate di alcuni edifici veneziani. Il soggetto scolpito è un canide intriso di significati positivi e religiosi che dà alla scultura un valore apotropaico a favore dell’immobile di chi lo abita [“ I cani son considerati in grado di «vedere gli spiriti» e quindi di salvaguardare dai pericoli invisibii (Biedermann, 2000, p. 87)]. Lo studioso Rizzi riferendosi alle falsificazioni afferma che “La produzione dei rilievi pseudobizantini (oltre a patere e formelle anche croci, plutei, fregi e altro) toccò l’apice all’inizio del Novecento in concomitanza colla diffusione dell’architettura neobizantina” (Rizzi, 1987, p. 87). Per quanto concerne le formelle in generale: “Per risalire alle origini del fenomeno artistico decorativo che ha visto la fioritura delle patere, ma anche di altri elementi decorativi come le formelle, bisogna rifarsi alla diffusione delle opere dell’artigianato bizantino: smalti, avori, stoffe, ceramiche, oggetti d’oreficeria e miniature. Tutti questi erano prodotti di fattura spesso raffinata facilmente introdotti e diffusi nel mercato della città di Venezia che, […], aveva un canale privilegiato con Costantinopoli e seppe bene far fruttare i suoi contatti con l’oriente. […] l’arco temporale di produzione delle patere va dalla fine del X sec. alla fine del XIII sec. anche se ve ne sono esemplari prodotti in periodo gotico che ricalcano e imitano i soggetti di quelle di questo periodo definite veneto –bizantine. Le pietre usate per la loro realizzazione sono prevalentemente il marmo greco dal color grigiastro, la pietra d’Istria e la pietra d’aurisina. […] il soggetto più riprodotto è l’aquila che ghermisce un leporide o gli becca il capo. Il significato di questa rappresentazione è abbastanza esplicito: l’aquila è il simbolo della virtù che trionfa sul vizio, in particolare la lussuria, raffigurato dall’altro animale. […] le fonti iconografiche a cui i lapicidi e gli artisti si sono ispirati per la realizzazione di questi rilievi si possono ricondurre essenzialmente a due repertori: quello delle immagini orientali, in particolare le bizantine-costantinopolitane (come ad esempio l’aquila), quello dei fabliaux medioevali (come ad esempio il serpente)” (Sunseri, 1999, pp. 4-5)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500641123
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna
- DATA DI COMPILAZIONE 2014
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0