Madonna con Bambino in trono e San Pietro

rilievo, post 1400 - ante 1499

su tre mensole, entro cornice quadrangolare cuspidata decorata da foglie di acanto, rilievo raffigurante Madonna con Bambino in braccio che consegna le chiavi a San Pietro mentre una colomba ad ali spiegate è posta sopra le loro teste; al colmo delle due falde mezzo busto di Padre Eterno nell’atto di benedire. Al di sotto del tabernacolo cassetta metallica murata per la raccolta delle offerte

  • OGGETTO rilievo
  • AMBITO CULTURALE Produzione Veneziana
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo privato
  • INDIRIZZO Santa Croce, 2331-2332-2333/ Calle de la Regina, Venezia (VE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE il rilievo, raffigurante la Madonna in trono con Bambino in braccio porgente le chiavi a San Pietro, è opera del secolo XV. San Pietro è raffigurato in abiti papali mentre con una mano afferra le chiavi del Regno e con l'altra tiene un libro chiuso [“Rappresentato nella consueta tipologia dell’apostolo, vestito di tunica e pallio, a volte in abiti papali. La fisionomia di Pietro è fissata già dal secolo V sulla base della descrizione di Eusebio di Cesarea (secolo III-IV): capelli corti e ricci, barba corta e crespa e tratti segnati. Tra i suoi attributi, le chiavi, il libro e il gallo; a volte la barca” (Giorgi, 2002)]. La cornice a motivi vegetali e il Padre Eterno seppure coevi potrebbero non essere opera dello stesso lapicida. Grevembroch nel 1754 lo raffigura in condizioni di conservazioni più che buone; Fapanni (sec. XIX) lo ritiene un lavoro mediocre rovinato dagli abitanti della zona che lo colorarono. A tale proposito una fotografia del 1895, seppure in bianco e nero, ritrae il capitello policromo. Nell’elenco del Comune del 1905 così viene annotato: “deturpato da coloritura”. In alcuni documenti di inizio secolo XX conservati presso l’Archivio Storico Comunale della Celestia di Venezia (anni 1905-1909) si osserva che questo capitello e il muro retrostante sono degradati a seguito dell'installazione nelle vicinanze di una fontanella di acqua potabile che fu in seguito spostata verso la riva. Lorenzetti (1956) lo descrive come opera risalente alla prima metà del Quattrocento a opera di artista veneziano. Lo storico d’arte Rizzi lo colloca verso la metà del secolo XV. L’opera fu oggetto di restauro conservativo nel 2003 con i fondi dell’UNESCO (Comitati Privati per la Salvaguardia di Venezia). Nel 2004, a seguito di un atto vandalico, il rilievo sacro è stato in parte danneggiato (in particolare: la tripla tiara sul capo di San Pietro, le mani del Santo e del Bambino, le chiavi). I restauratori della confartigianato di Venezia hanno dunque eseguito una manutenzione straordinaria per ricollocare i frammenti recuperati. Il tabernacolo è uno dei numerosi visibili nel sestiere di Castello a testimonianza della devozione cristiana degli abitanti della zona. Riguardo ai tabernacoli, denominati nella regione Veneto “capitelli”, così scrive Rizzi: “ […] la voce ‘capitello’, documentata a partire dalla metà del XV sec. […] deriverebbe dalle immagini religiose scolpite sopra una colonna, o da una statua da quella sostenuta, assumendo poi il vocabolo un’accezione più ampia fino ad indicare in generale un ‘punto sacro’ al di fuori dell’orbita propriamente ecclesiale”
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500641062
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna
  • DATA DI COMPILAZIONE 2013
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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