Cristo benedicente tra gli apostoli

dipinto, 1528-1530

Soggetti sacri: Redentore con mano destra levata circondato da apostoli

  • OGGETTO dipinto
  • MISURE Altezza: 189.8
    Larghezza: 151
  • ATTRIBUZIONI De Pitati Bonifacio Detto Bonifacio Veronese (1487/ 1553)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Gallerie dell'Accademia
  • LOCALIZZAZIONE Gallerie dell'Accademia di Venezia
  • INDIRIZZO Dorsoduro, 1050/ Campo de la Carità, Venezia (VE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Venne restaurato e unito in un unico dipinto nel 1827 da Sebastiano Santi, subì un nuovo intervento nel 1843 a cura di A. Zambler. Costituiva origin ariamente le portelle dell'altare delle reliquie in Santa Maria dei Servi (soppressa nel 1806 e demolita tra il 1812 e il 1821), consegnate all'Acca demia il 24 gennaio 1814 (Moschini Marconi 1962). Sopra il Cristo risorto è scritto: SIGNUM TRINITATIS; alla base due iscrizioni chiariscono il sog getto: DOMINE OSTENDE NOBIS PATREM / ET SUFFICIT NOBIS (sotto la figura di Filippo); PHILIPPE QUI VIDET ME . VIDET ET PATREM / MEUM . EGO ET PATER U NUM SUMUS (sotto la figura di Gesù); che è tratto dal Vangelo di Giovanni (14, 8-9; gli disse Filippo: "Signore mostraci il Padre e ci basta"; gli r ispose Gesù: "Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai riconosciuto Fil ippo? Chi ha visto me ha visto il Padre mio. Io e il Padre mio siamo uno s olo"). Inoltre la scritta allusiva alla Trinità conferisce all'opera un tr iplice significato: insieme al Figlio e al Padre vi è anche lo Spirito. L' attribuzione a Bonifacio risale al Vasari (1568), seguita da tutti gli scr ittori del Sei e Settecento, e come Bonifacio entrò e fu esposta all'Acca demia. Tuttavia alla fine dell'Ottocento il Cantalamessa (cat. ms., in Mos chini Marconi 1962) mise in luce il legame di Bonifacio con Palma il Vecch io, pensando di accostare il dipinto, nella pinacoteca, al "Cristo e la Ca nanea" di quest'ultimo (cfr. dipinto cat. 310). Ne derivò un equivoco, per cui dal catalogo del Paoletti (1903) e dai successivi, venne assegnato a collaborazione dei due artisti. Fu la Westphal (1931) a restituirlo a Boni facio, riconoscendovi oltre a suggestioni dal "Cristo e la Cananea", richi ami al "Cristo della moneta" di Tiziano e datandolo verso il 1528-30. Il n uovo altare delle reliquie fu eretto nel 1533 su progetto di Jacopo Sansov ino per incarico del padre Antonio Gradenigo (Cicogna 1824). Le portelle n on dovrebbero comunque essere posteriori a questa data, la stessa iscritta sulla "Madonna dei sartori" oggi alle Gallerie (cat. n. 1305), a cui il n ostro dipinto, con le sue tipologie vagamente leonardesche, desunte dal "C risto" di Tiziano, non sembra posteriore
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500401514
  • NUMERO D'INVENTARIO 309
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Gallerie dell'Accademia di Venezia
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza speciale per il Polo Museale Veneziano
  • DATA DI COMPILAZIONE 1995
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2004
    2006
  • ISCRIZIONI in alto a sinistra e sulla base - v. foto - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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