Ritratto di Isotta Brembati

dipinto,

Tela rettangolare di grande formato, a sviluppo verticale, con cornice dorata databile a XIX secolo. Ritratto a figura intera di donna seduta su una savonarola, sfarzosamente abbigliata in raso verde con ramage dorati, effigiata all'interno di un palazzo signorile. Difficoltosa la restituzione prospettica della posa di tre quarti

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Moroni Giovan Battista (1520-1524/ 1578): pittore
  • LOCALIZZAZIONE Bergamo (BG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il ritratto dovuto a Giovan Battista Moroni faceva parte della collezione dei conti Moroni, riunita a partire dal conte Francesco (1606-1679) sino alla prima metà dell’Ottocento, grazie all’impulso del conte Pietro (1792-1858; sugli inizi seicenteschi della collezione si veda la "Relazione storica" in allegato al vincolo del 2005, mentre sull'incremento settecentesco della collezione con innesti dalla famiglia Furietti, cfr. De Franceschini 2014, Cenni biografici, p. 95 e note 3-5). L'opera ritrae la gentildonna poetessa Isotta Brembati (1533 post-1586) sposata in primis a Lelio Secco d’Aragona di Calcio, quindi dal 1561, sposa di Giovan Gerolamo Grumelli (Bergamo, 1536-1610). L’arrivo della tela in collezione Moroni è documentato nel 1817, allorché Marcantonio Fermo Grumelli consegnò quattro dipinti al conte Pietro come saldo di un debito (Archivio famiglia Moroni; Plebani 2004): assieme al ritratto di Isotta, giunse anche quello del secondo coniuge, Giovan Gerolamo, ugualmente dovuto al maestro orobico (tela conosciuta anche come Il Cavaliere in Rosa). Nella prima metà dell’Ottocento, probabilmente su iniziativa dello stesso Pietro Moroni, diversi dipinti della collezione famigliare vennero montati entro cornici identiche, tra i quali, l’opera in esame. L’artista di Albino in precedenza aveva già eseguito un mezzo busto della nobildonna: nella tela dell’Accademia Carrara, poco più che adolescente, Isotta indossa una acconciatura impreziosita da un diadema del tutto comparabile a quella di Palazzo Moroni. Va ricordato che la tela qui catalogata non nacque come pendant del ritratto di Grumelli (datato 1560), precedendolo di circa un lustro
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303270194
  • NUMERO D'INVENTARIO FAI_002734
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
  • DATA DI COMPILAZIONE 2022
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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