Motivi decorativi architettonici

decorazione plastico-pittorica,

Ambiente di pianta rettangolare, costituito da due camere in comunicazione tra loro per mezzo di un'apertura serliana, composta da due coppie di colonne su alti piedistalli. La decorazione pittorica interessa solo le volte dei due ambienti, ma nel secondo di essi (camera dei Mesi) è frammentaria

  • OGGETTO decorazione plastico-pittorica
  • MATERIA E TECNICA pietra grigia/ pittura
  • AMBITO CULTURALE Ambito Mantovano
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Complesso Museale di Palazzo Ducale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Ducale/ D, 1, 43/ Stanza delle Due Colonne
  • INDIRIZZO p.zza Sordello, 40; p.zza Paccagnini, 3, Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La sala è parte degli ambienti che compongono il piano superiore della palazzina della Rustica, eretta su progetto di Giulio Romano tra 1538 e 1540 (per il cantiere architettonico si rinvia, in particolare, a Togliani 2014 e Togliani 2016). La decorazione plastica e pittorica dell'appartamento, eccettuate due camere a pianterreno di epoca giuliesca (per cui L'Occaso 2015, pp. 118-119), si deve alla committenza del duca Guglielmo Gonzaga e può essere compresa tra 1558 e principio dell'ottavo decennio del secolo: in una lettera datata 13 luglio 1558 del prefetto delle fabbriche ducali Giovan Battista Bertani, responsabile e coordinatore degli artisti impegnati nella decorazione, è infatti menzionato il lavoro di stuccatori e pittori di grottesche (Berzaghi 2003, p. 224) nelle camere dell'appartamento, che dovette risultare certamente terminato nel 1574, quando un principe, al passaggio mantovano del re di Francia Enrico III, fu ospitato in questi stessi ambienti. Fino all'età neveriana, infatti, la palazzina è utilizzata come foresteria per ospiti illustri e appartamento a disposizione del duca e della consorte per brevi periodi, da cui il nome novecentesco di palazzina dell'Estivale (correttivo del documentato “degli Stivali”), con cui è altrimenti nota (cfr. Berzaghi 2014, pp. 40-41). L'appartamento subì invasive modifiche strutturali tra seconda metà del XVIII e primo XIX secolo (entro il 1820, cfr. Berzaghi 2014, p. 42), periodo in cui furono create mediante abbattimento di muri interni le attuali sale delle Due e delle Quattro Colonne. L'uso improprio degli ambienti, dovuto a una prolungata occupazione militare tra Otto e Novecento, ha provocato la quasi totale perdita della decorazione di numerose stanze (cfr. Valli 2014, p. 206), restaurate negli anni Venti del secolo scorso: a seguito di quel recupero, nelle camere di Giove e del Pesce e nel camerino di Orfeo fu allestita una serie di stampe topografiche e iconografiche della famiglia Gonzaga (presumibilmente di proprietà comunale), mentre nel resto dell'appartamento trovò collocazione il museo archeologico del Comune di Mantova, frattanto trasferito in Palazzo Ducale. Come annota Cottafavi (1926, p. 138) nella sala delle Due Colonne e in quella delle Mensole (o “di Bacco”) gli scrostamenti preliminari non fecero emergere nulla “che meritasse ricordo, onde, reintonacate e tinteggiate a velature neutre, furono destinate a custodire il materiale più povero” della raccolta archeologica (casse con scheletri e corredi della necropoli di Remedello). La sala attuale risulta dalla sostituzione del muro divisorio centrale con un'apertura serliana, composta da due coppie di colonne: i due ambienti originari erano noti come camera di Apollo (attigua a quella di Giove), e camera dei Mesi. La prima risulta citata con il nome che in seguito sarà comunemente utilizzato fin dal 1564 (Berzaghi 1998, p. 57 e Berzaghi 2003, p. 224): attualmente presenta una volta dipinta a profili bugnati su fondo rosa chiaro, presumibilmente della fine del XVIII secolo; nelle quattro nicchie poste agli angoli della copertura, stando alla testimonianza di Ulisse Aldovrandi in visita a Mantova, dovettero trovare originaria collocazione quattro statue di Diana in stucco (Berzaghi 2014, p. 46). Per quanto riguarda la perduta decorazione pittorica cinquecentesca, Berzaghi (2014, p. 47) avanza l'ipotesi che possano essere preparatori di affreschi di questo ambiente i due disegni di Giovan Battista Bertani “Apollo sul carro fiammeggiante” (Parigi, Musée du Louvre) e “Apollo vincitore sul serpente Pitone” (collezione privata mantovana). La seconda camera, detta “dei Mesi”, anch'essa caratterizzata da frammenti di decorazione tarda (che lasciano comunque intravedere parti pittoriche sottostanti), recava al centro della volta a calotta una raffigurazione di Giano, probabilmente attorniata da scene dedicate ai Mesi dell'anno i cui relativi disegni preparatori del Bertani sono conservati tra Berlino e Würzburg. Ulteriori modelli grafici, sempre di mano di Bertani, sono accostati da Berzaghi (2014, p. 47) a questo ambiente: le “Costellazioni di Cefeo, Orsa Minore e Auriga nel mese di Gennaio” (Detroit, Institute of Arts) e tre allegorie delle Stagioni (“Cerere-Estate” di Vienna, Albertina; “Venere-Primavera” e “Bacco-Autunno” di collezione privata)
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303267720-0
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Belle arti e paesaggio per le province di Brescia, Cremona e Mantova
  • DATA DI COMPILAZIONE 2017
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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